L’EVENTO SPECIALE DEL MERCOLEDÌ È HINDLE WAKES, CAPOLAVORO DEL MUTO INGLESE CON LA MUSICA DI MAUD NELISSEN

NELL’AMBITO DELL’OMAGGIO A SONIA DELAUNAY VIENE PRESENTATO LE VERTIGE DI MARCEL L’HERBIER E, PER I FILM DEL CANONE, LA STRADA DI KARL GRUNE


È tradizione che alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone le proiezioni siano accompagnate da un commento musicale. Inizialmente era soprattutto il pianoforte, poi via via gli organici sono aumentati, soprattutto in occasione degli eventi speciali e l’evento di mercoledì 11 ottobre è Hindle Wakes (Teatro Verdi, ore 21). Tratto dall’omonima pièce teatrale del 1910 di Stanley Houghton, che ebbe diverse versioni cinematografiche e televisive, il film del 1927 è diretto da Maurice Elvey (1887-1967), uno dei registi più prolifici del cinema britannico. Elvey era talmente convinto della validità del soggetto da averne realizzate due versioni, la prima nel 1918, andata perduta, e quella del 1927, che fonde abilmente realismo e melodramma. Considerata un’opera femminista per l’anticonformismo della protagonista Fanny Hawthorn, l’attrice Estelle Brody, che rifiuta i modelli comportamentali tradizionali, il film prende lo spunto dalla consuetudine dei lavoratori di Hindle, una cittadina del Lancashire, di interrompere l’attività ogni anno per una settimana per prendersi una sfrenata vacanza definita in ambito locale “The Wakes”. Sono proprio le riprese di massa di una folla danzante e quelle mozzafiato delle soggettive sulle montagne russe nella cittadina balneare di Blackpool a colpire lo spettatore.

Una nuova partitura musicale è stata commissionata nel 2019 dalla Kinothek Asta Nielsen con il sostegno della Fondazione Bareva alla musicista olandese Maud Nelissen che dirige un classico “trio con pianoforte”: violino, violoncello e pianoforte, con l’aggiunta di sassofono soprano/contralto, percussioni e fisarmonica. Una varietà di strumenti che, nelle intenzioni della musicista, consentono un rapido passaggio dalle scene più mondane della prima parte a quelle più intime e ricche di profondità psicologica e drammatica della seconda.

Alle 11.15 la rassegna dedicata alla costumista e designer Sonia Delaunay propone uno dei titoli più significativi dell’avanguardia francese degli anni ’20, Le vertige (FR 1926) di Marcel L’Herbier. Come il film di Hitchcock del 1958 che ha lo stesso titolo, Le vertige condivide con Vertigo (La donna che visse due volte) temi come l’inquietante e misterioso ritorno dei morti e il fascino del doppio; la trama è imperniata sull’ossessione di una donna che a distanza di anni crede di riconoscere il suo defunto amante in un affascinante giovanotto sulla Riviera francese. Più che per la storia Le vertige è di straordinaria importanza come vero e proprio manifesto del modernismo, con le scene dell’architetto Robert Mallet-Stevens, uno dei massimi esponenti dell’Art Deco francese, e appunto Sonia Delaunay che oltre ai costumi disegnò le stoffe per i mobili, i cuscini e le tende che compaiono nel film; un elemento centrale è il quadro del 1911 raffigurante la Tour Eiffel di Robert Delaunay, marito di Sonia. Le Vertige è anche un clamoroso esempio di pubblicità delle più recenti creazioni nella moda e nel design della casa di moda della stessa Delaunay.

Il cinema tedesco è nel programma di oggi con due titoli: Der Mann Ohne nerven (L’uomo dai nervi d’acciaio, DE 1924) per la retrospettiva di Harry Piel (ore 10) e Die Straße (La strada, 1923) di Karl Grune (ore 14.30). Der Mann ohne nerven è il primo di una serie di tre film prodotti da Piel con la francese Gaumont, nell’intenzione di riannodare i rapporti tra i due paesi dopo la prima guerra mondiale. Girato principalmente a Londra e Parigi il film includeva una sequenza, oggi perduta, che all’epoca suscitò molta ammirazione per il volo su un pallone aerostatico.
Karl Grune, autore di Die straße, è uno dei registi meno conosciuti del cinema tedesco ma dai critici suoi contemporanei era considerato uno dei migliori esponenti del cinema europeo e la sua fama era dovuta soprattutto a questo film, definito “una pietra miliare nel progresso della tecnologia e dell’arte del cinema”. Con esso si inaugura il filone dei “film di strada” che per il grande critico Kracauer sono un’allegoria dello scivolare della società tedesca verso la dittatura. Al festival Die straße viene presentato nell’ambito della sezione dedicata ai film del canone.

Mercoledì è anche la giornata della Jonathan Dennis Memorial Lecture al Teatro Verdi alle 17.15, con la relazione della scrittrice, storica e filmmaker Mindy Johnson dedicata a Bessie Mae Kelley, “la sola donna animatrice”, e al contributo delle altre donne agli albori dell’industria dell’animazione.

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