LE GIORNATE CHIUDONO SABATO 8 OTTOBRE CON THE MANXMAN, L’ULTIMO MUTO DI HITCHCOCK

REPLICA DOMENICA 9 OTTOBRE AL TEATRO VERDI

La retrospettiva Ruritania si congeda, dando appuntamento al 2023 per la seconda parte, con Rupert Of Hee Haw, con uno Stan Laurel scatenato che si prende gioco del romanticismo che spesso pervade questo genere di film. Nel pomeriggio, anche il corto Long Fliv The King, con un formidabile terzetto comico composto da Charley Chase, Max Davidson e Oliver Hardy.

Secondo Hitchcock i film muti sono la forma più pura del cinema. Lo dice nel celebre libro-intervista con Francois Truffaut. Nello stesso testo quando si arriva a parlare di THE MANXMAN, l’ultimo muto da lui diretto, il regista lo liquida in due parole, quasi infastidito. Nella sua straordinaria carriera sono due i film che non riconosce come del tutto suoi: uno è Rebecca, l’altro è The Manxman (L’isola del peccato, 1929) in programma come evento di chiusura delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone nella serata di sabato 8 ottobre alle 21.00 al Teatro Verdi (con replica il giorno successivo, domenica 9 ottobre alle ore 16.30 sempre al Teatro Verdi di Pordenone).  Se nel caso di Rebecca il giudizio di Hitchcock fu subito smentito da uno straordinario successo, Rebecca vinse due Oscar, per il miglior film e per la fotografia, intorno a The Manxman solo negli ultimi anni si è sviluppata una maggior attenzione critica. Il fatto che Hitchcock non li riconoscesse del tutto come film suoi era dovuto ai condizionamenti esterni cha aveva avuto nell’adattamento cinematografico di Rebecca e di The Manxman: entrambi erano tratti da romanzi di autori di successo, rispettivamente Daphne Du Maurier e Sir Hall Caine, che non gradivano che si apportassero troppe variazioni alle trame dei loro libri e quindi c’erano, da parte loro o da parte dei produttori, troppe interferenze sulle scelte stilistiche e di sceneggiatura fatte dal regista. Come in tutti i film di Hitchcock, al centro di The Manxman c’è una figura femminile, tra le più commoventi di tutta la sua opera, cui dà vita l’attrice di origine ceca, Anny Ondra, che il regista vorrà anche per il film successivo, Blackmail, il primo suo sonoro. La Ondra è anche la prima delle molte bionde che compongono la galleria delle interpreti hitchcockiane. Rivalutare The Manxman vuol dire anche rendere omaggio allo sceneggiatore Eliot Stannard a fianco di Hitchcock in tutto il periodo del muto, che morì dimenticato e in povertà. The Manxman avrà l’accompagnamento musicale dell’Orchestra San Marco di Pordenone, diretta da Ben Palmer, sulla nuova partitura composta da Stephen Horne.
La retrospettiva Ruritania si congeda, dando appuntamento al 2023 per la seconda parte, con Rupert Of Hee Haw (1924) di Percy Pembroke. È una brillante parodia delle opere di Anthony Hope, autore del romanzo Il prigioniero di Zenda, con uno Stan Laurel scatenato che si prende gioco del romanticismo che spesso pervade questo genere di film. Rupert Of Hee Haw precede nel programma la presentazione del film di Hitchcock e si può ben dire che quest’abbinata rappresenta un ottimo coronamento di una settimana dedicata al cinema muto.
Si ride molto anche nel pomeriggio, alle 17.00, con il corto di Leo McCarey Long Fliv The King (1926) con un formidabile terzetto comico composto da Charley Chase, Max Davidson e Oliver Hardy; mentre The Runaway Princess (1929) di Anthony Asquith, una coproduzione anglo-tedesca ispirata al romanzo di Elizabeth von Armin, rappresenta una sintesi perfetta di temi e personaggi ruritani animati da uno spirito di commedia.
Per l’omaggio a Venezia 90, alle 14.00 viene presentato Tikhi Don (il placido Don, 1931) primo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo, uno tra i più famosi della letteratura russa, il cui autore, Mikhail Sholokhov, fu premiato con il Nobel negli anni ‘60. Per la prima volta nel cinema sovietico il paesaggio diventa un personaggio attivo; i due registi Olga Preobrazhenskaya e Ivan Pravov fanno esordire tanti attori di talento che troveremo nei classici del cinema sovietico, e ottengono l’entusiastica collaborazione, sia come interpreti sia come consulenti locali, dei contadini della fattoria cosacca teatro delle riprese. L’Associazione dei lavoratori della cinematografia rivoluzionaria giudicò piccolo-borghese l’ideologia del film ed espulse i suoi autori dall’associazione stessa. Solo con l’intervento di Solochov fu possibile la circolazione del film dopo un divieto di sei mesi.
Un’ultima segnalazione per il film italiano Profanazione (1924-1926) di Eugenio Perego, attivo con la Lombardo film e con la principale star della società napoletana, Leda Gys, madre di Goffredo Lombardo fondatore e capo della Titanus per molti decenni. Sia la carriera di Perego che quella di Leda Gys si svolsero nell’arco di tempo del muto. La copia è stata digitalizzata dalla Cineteca del Friuli di Gemona e la proiezione è prevista sabato 8 ottobre alle 10.30 a Cinemazero perché il Teatro Verdi, luogo di tutte le proiezioni del festival, è occupato con le prove dell’orchestra San Marco per The Manxman.

Il programma online, su MYmovies, propone alle 17.00 [Japan I Fest] e The Lady; alle 21 Up In Mabel’s Room.

Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.

X