SI CHIUDE L’EDIZIONE 2018 DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE

NUMERI IN CRESCITA E GRANDE SODDISFAZIONE.
 
IL PREMIO DAVID GILL PER LA MIGLIORE COLLABORAZIONE E IMPROVVISAZIONE MUSICALE ALL’ACCOMPAGNAMENTO DEL FILM DI FEYDER L’ATLANTIDE

Con un bilancio di ottimi numeri e grandi soddisfazioni si chiude a Pordenone la 37a edizione delle Giornate del Cinema Muto, che domenica 14 ottobre alle 16 propone un ultimo momento di cinema e musica ovvero la replica al Teatro Comunale Giuseppe Verdi dell’evento finale, Le joueur d’échecs (Il giocatore di scacchi) di Raymond Bernard con le musiche originali di Henri Rabaud eseguite dall’Orchestra San Marco di Pordenone diretta da Mark Fitz-Gerald.
 
Il direttore Jay Weissberg, per il terzo anno al timone del festival, ha costruito un programma intenso, con eventi spettacolari e prime mondiali da un lato (da Judaspengar, film ritrovato di Sjöström agli splendidi restauri di L’Atlantide di Jacques Feyder e Forbidden Paradise di Lubitsch) e sezioni di riscoperta dall’altro, a partire dalla seconda parte della rassegna sul cinema scandinavo e la retrospettiva dedicata a John Stahl, i cui film muti sono riemersi dall’oblio grazie soprattutto alle nuove copie stampate per l’occasione dalla Library of Congress.
 
Un programma che il pubblico del festival ha dimostrato di gradire, come raccontano i numeri e lunghe file di persone che si formavano in attesa dell’apertura della sala, in particolare nelle prime serate. Gli  accreditati, in rialzo rispetto all’anno scorso, hanno superato il migliaio. Si conferma l’internazionalità del pubblico, con gli stranieri a formare il 56% degli accreditati contro il 44% di italiani. Fra i primi, riconquistano la vetta gli americani, a quota 145, seguiti dagli  inglesi, 110. Alta anche la presenza di tedeschi (67) e francesi (44). Fra coloro che arrivano da più lontano, 18 canadesi, 3 australiani, 3 giapponesi, 3 brasiliani, 6 messicani e 2 sud-coreani. Agli accreditati, di cui 210 sono donor, cioè sostenitori speciali, si aggiunge il numero in crescita dei biglietti venduti. Sold out, come d’abitudine, nelle serate di apertura e di chiusura, rispettivamente con Captain Salvation di John Robertson e Le Joueur d’échecs (Il giocatore di scacchi) di Raymond Bernard accompagnati dall’orchestra. Il tutto esaurito lo hanno registrato anche l’evento orchestrale di mercoledì 10, I promessi sposi di Mario Bonnard, e la serata di venerdì 12 con l’assegnazione del Premio Jean Mitry e la proiezione di Forbidden Paradise di Ernst Lubitsch. Bene anche le proiezioni diurne, con il maggiore afflusso nelle giornate di domenica 7 ottobre per A colpi di note e per lo spettacolo “Winsor e Gertie”, di martedì 9, venerdì 12 e sabato 13 ottobre.
Senza dimenticare il favore dimostrato dal pubblico di Sacile, nella preapertura di venerdì 5 ottobre, per Beauty’s Worth di Robert Vignola accompagnato dalla Zerorchestra diretta da Stephen Horne.
 
Per quanto riguarda la musica, un’importante novità delle Giornate del Cinema Muto 2018 è stata la prima edizione del Premio David Gill assegnato alla migliore collaborazione e improvvisazione musicale. La giuria di esperti musicali e critici cinematografici – composta da Pamela Hutchinson, Maria Luisa Sogaro, Russell Merritt, Geoff Brown, Vladimir Opela, Adelina Preziosi e presieduta dal direttore emerito delle Giornate del Cinema Muto David Robinson (segretario Paolo Tosini) – ha decretato come vincitore l’accompagnamento di Stephen Horne (pianoforte) e Luigi Vitale (percussioni) all’anteprima mondiale del restauro di L’Atlantide di Jacques Feyder. Una decisione che ha tenuto conto della profonda adesione che i musicisti hanno avuto con lo spirito del film e il suo ipnotico fascino. Non è da trascurare l’affiatamento che i due musicisti hanno dimostrato pur avendo avuto pochissimo tempo per provare assieme in quanto Luigi Vitale è subentrato all’ultimo momento a Frank Bockius, che è dovuto ripartire improvvisamente.
 
Come ogni anno e come è una caratteristica delle Giornate, oltre alle immagini, la musica è la grande protagonista del festival. Fra i musicisti ospiti di quest’anno, la violinista klezmer newyorkese Alicia Svigals, tornata per la seconda volta a Pordenone per accompagnare Das alte Gesetz (La vecchia legge), e il duo di valore internazioanle formato dall’americano John T. La Barbera e dall’italiano Carlo Aonzo, rispettivamente alla chitarra e al mandolino per Assunta Spina di Gustavo Serena e Francesca Bertini. Musicalmente grande riscontro, anche di stampa, ha avuto l’esecuzione della nuova partitura del compositore Valter Sivilotti per I Promessi Sposi di Mario Bonnard. Una realizzazione che ha coinvolto per l’esecuzione la Nuova Orchestra da Camera “Ferruccio Busoni” di Trieste con la collaborazion dell’Accademia Naonis di Pordenone dirette da Massimo Belli e, per la produzione, Piano FVG.
 
In costante aumento la presenza delle Giornate del Cinema Muto sui social. Il pubblico della pagina Facebook nel periodo 14 settembre – 11 ottobre 2018 ha raggiunto 34.000 profili unici. La popolazione che segue la pagina è per il 71% italiana e il 62% è donna.  Il 50 % del pubblico è tra i 25 e i 44 anni. Il numero dei follower su Instagram ammonta a 1.174, il 63% del pubblico che segue il profilo è di nazionalità italiana e il 60% ha tra i 25 e 44 anni. Sono stati raggiunti 3.600 account unici (persone) per un totale di 73.000 visualizzazioni. Molto seguito il profilo Flickr, che dal 2011 ha raccolto 8.200 foto del festival con un totale di 1,8 milioni di visualizzazioni.
 
L’aumento dell’interesse da parte dei giovani verso il cinema muto è testimoniato dalla loro sempre più evidente presenza alle proiezioni, ai banchetti di FilmFair, alle masterclass e agli altri incontri del Collegium (che quest’anno ha festeggiato il ventesimo compleanno). A loro sono dedicati il premio Haghefilm-Selznick School per il restauro, quest’anno andato a  Julia Mettenleiter, e il premio FriulAdria Collegium sponsorizzato da Crédit Agricole FriulAdria, andato all’indiana Sarah Rahman Niazi per il miglior Collegium paper 2017. E ci sono naturalmente anche i giovanissimi alunni delle scuole pordenonesi di “A colpi di note”.
 
Diventa sempre più prestigioso, per la sua lunga storia e per il valore dei premiati, il Premio Jean Mitry, quasi un Oscar alla carriera a studiosi che si sono distinti per il contributo dato alla salvaguardia e alla conoscenza del cinema muto. A riceverlo quest’anno sono stati Camille Blot-Wellens (la premiata più giovane nella storia del premio) e Russell Merritt. Ancora una volta la gratitudine va alla Fondazione Friuli, che ha avuto l’intelligenza di voler sostenere economicamente questa iniziativa.
 
A conferma del rapporto di fiducia e rispetto per le Giornate di Pordenone, hanno contribuito alla realizzazione del programma, oltre a tutte le cineteca italiane aderenti alla FIAF (Roma, Torino, Milano, Bologna, Gemona) più di 40 istituzioni internazionali, fra cui Library of Congress, MoMA, George Eastman Museum, British Film Institute, Cinemathèque française, Lobster Films, EYE Filmmuseum, National Film Center di Tokyo. Grazie a loro, sono stati presentati a Pordneone 118 titoli.
 
Ospite speciale per tutta la durata del festival è stata Nicola Lubitsch, figlia di Ernst Lubitsch, che nella serata di venerdì 12 ha assistito rapita, come tutto il pubblico che riempiva il Teatro Verdi, il nuovo restauro del MoMA del film del padre Forbidden Paradise, con Pola Negri.
 
Guardando al 2019la 38a edizione si svolgerà dal 5 al 12 ottobre –  il direttore Jay Weissberg anticipa alcune linee del programma futuro, che comprenderà un’ampia retrospettiva su William S. Hart con molte rarità, slapstick europeo, altri titoli sopravvissuti di John Stahl a completare la rassegna di quest’anno, e il cinema latino-americano.
 
Intanto, dal 6 novembre prossimo, per due settimane la Fondation Jérôme Seydoux-Pathé ospiterà a Parigi una selezione di film dalla 37a edizione delle Giornate, con una doppia proiezione per ognuno: nove lungometraggi fra cui tre film di John Stahl, due dalla sezione Parade’s Gone By…, due film scandinavi e due di Mario Bonnard, più i Pathé KOK restaurati dal Museo Nazionale del Cinema di Torino con la Cinémathèque de Toulouse e la Cinémathèque de Nouvelle-Aquitaine di Limoges, e alcuni corti pubblicitari. La sede della Fondation Pathé, in centro a Parigi, in origine un palazzo Liberty, è stata completamente rinnovata su progetto di Renzo Piano.
 
Le Giornate del Cinema Muto sono promosse da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Direzione Generale Cinema, Comune di Pordenone, Camera di Commercio di Pordenone e Fondazione Friuli, con la partecipazione di PromoTurismo FVG, Città di Sacile, Rotary Club Sacile Centenario, Piano FVG, Pordenone Fiere, Crédit Agricole FriulAdria.

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