ABWEGE (DE 1928)
(Crisi)
Regia di G. W. [Georg Wilhelm] Pabst
Musica di Mauro Colombis
“G.W. Pabst, il grande realista del cinema di Weimar, utilizza una crisi coniugale per dipingere uno scintillante ritratto della società. Movimenti di macchina scatenati come la stessa Irene frugano nel mondo vorticoso del lusso e del vizio. In una sorta di “neofunzionalismo”, Abwege mostra tossicodipendenza e prostituzione sia in ambito bohémien che nella presunta migliore società. E come il pittore nel film, la cinepresa rimane sedotta dallo sguardo di Irene mentre accarezza l’attrice Brigitte Helm. Avvolta in raffinati abiti e pellicce, ella incarna la donna prigioniera nella gabbia dorata del matrimonio. E il tentativo di fuga di Irene minaccia la sopravvivenza di quest’istituzione meno dell’affascinante apparizione della “nuova donna” con capelli a caschetto e bocchino.” (Jörg Schöning, Abwege, retrospettiva “Il cinema di Weimar rivisitato”, Berlinale 2018)
Nel 1928, all’uscita del film, le critiche non furono così positive. La recitazione di Brigitte Helm venne giudicata “fredda” e “artificiosa”, mentre la trama fu definita “banale” e “antiquata”. La prima non ebbe luogo a Berlino bensì ad Amburgo, il 10 agosto 1928. Stando alle testimonianze pervenute, quando il successivo 5 settembre Abwege venne proiettato per la prima volta a Berlino, al Marmorhaus, tra il pubblico ci furono risate davanti alle reazioni emotive della protagonista e fischi finali.
Abwege costò assai meno degli sfarzosi Pabst Die freudlose Gasse e Die Liebe der Jeanne Ney. Concentrato com’è sugli attori e su pochi scenari, quest’intimo Kammerspiel ci consente di dedicare tutta la nostra attenzione all’eleganza dello stile pabstiano, con il suo fluido montaggio, i movimenti di macchina magistralmente coreografati, il nitido spirito di osservazione. Bastano pochissime e concise didascalie; atmosfere e stati d’animo scaturiscono in larga misura da dettagli minimi, dai gesti, dalle espressioni facciali e dai movimenti degli attori. Qui Brigitte Helm dà prova del suo talento in maniera molto più raffinata che facendo la “vamp” in Metropolis, Alraune, L’Argent.
Il negativo camera originale sopravvissuto in forma incompleta al Reichsfilmarchiv fu preservato dallo Staatliche Filmarchiv der DDR e alla fine restaurato dal Bundesarchiv, sulla base di una ricostruzione effettuata dal Filmmuseum München sotto la direzione di Enno Patalas, che reintrodusse il rullo 7 mancante ricavandolo da una copia nitrato della Cinémathèque suisse. Questo negativo, ora conservato nella collezione del Filmarchiv Austria, è stato scansionato da Fumiko Tsuneishi e Marco Gestettenhofer. Il restauro delle immagini è stato effettuato da Thomas Bakels, Marie Bendl e Iris Glupe. Un grosso problema era rappresentato dal fatto che nel negativo esistevano solo poche didascalie flash, e non si sapeva nemmeno quante ce ne fossero originariamente. Le copie estere non costituivano una fonte affidabile a causa delle modifiche apportate da distributori e censori. Il ritrovamento della sceneggiatura originale presso la Cinémathèque française e lo studio di tutte le recensioni tedesche e dei programmi di sala hanno contribuito alla ricostruzione dei cartelli originali, che sono essenziali per comprendere la comunicazione tra i personaggi, e specialmente la scena finale nel palazzo di giustizia.
In una recensione apparsa nel marzo 1929 sulla rivista britannica Close Up, Oswell Blakeston fa luce su altri aspetti della storia del film, in particolare per quanto riguarda l’imbibizione: “La versione inglese di Abwege di Pabst, intitolata Crisis, è straordinariamente fedele. Quasi tutte le scene in cui compare lo spacciatore di droga sono state tagliate, ma se pensiamo alle cose orribili successe ad altre pellicole continentali, possiamo solo essere grati all’Alpha Film Company. Da un certo punto di vista, però, ci è sembrato di vedere un film diverso a quello che abbiamo ammirato a Berlino, poiché la copia proiettata al London Hippodrome non era imbibita. Questo ci ha fatto capire quant’è importante questa questione e quanto sia necessario che un regista possa occuparsi personalmente delle colorazioni.” Il nuovo restauro cerca di ricostruire i colori ispirandosi alle convenzioni dell’epoca. L’imbibizione e la masterizzazione digitale sono state effettuate da Christian Ketels.
Stefan Droessler

ABWEGE (DE 1928)
(Crisi; GB: [The] Crisis)
Titolo di lavorazione / Working title: Krise.
regia/dir: G. W. [Georg Wilhelm] Pabst.
scen: Adolf Lantz, Ladislaus Vajda, Helen Gosewisch, da una stesura preliminare di / based on a draft by Franz Schulz.
photog: Theodor Sparkuhl.
mont/ed: G.W. Pabst, Mark Sorkin; asst. Paul Falkenberg.
scg/des: Hans Sohnle, Otto Erdmann.
cost: Modehaus Mahrenholz (per/for Brigitte Helm).
cast: Brigitte Helm (Irene Beck), Gustav Diessl (Dr. Thomas Beck), Herta von Walther (Liane), Jack Trevor (Walter Frank, pittore/artist), Fritz Odemar (Möller, alto funzionario statale/senior civil servant), Nico Turoff (Sam Taylor, pugile/boxer), Ilse Bachmann (Anita Haldern).
prod: Erda-Film GmbH (Berlin), per/for Deutsche Universal Film Verleih GmbH (Berlin).
riprese/filmed: 03.1928 (EFA-Atelier, Berlin).
v.c./censor date: 21.04.1928 (B18804 [orig. l: 2303 m.]), 06.07.1928 (B19445, 2199 m.).
première: 10.8.1928 (Schauburg, Hamburg), 05.09.1928 (Marmorhaus, Berlin).
copia/copy: streaming digital file, 98′, col. (da/from 35mm, 20 fps, imbibito/tinted); did./titles: GER.
fonte/source: Filmmuseum München.