Le Giornate del Cinema Muto http://www.giornatedelcinemamuto.it/it Mon, 14 Feb 2022 14:17:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.9.3 SILENT LONDON DECRETA ANCORA UNA VOLTA LE GIORNATE DI PORDENONE MIGLIORE FESTIVAL DI CINEMA MUTO E CASANOVA, L’EVENTO ORCHESTRALE CHE HA CHIUSO LA 40a EDIZIONE, IL MIGLIORE FRA GLI SPETTACOLI DI CINEMA MUTO DEL 2021. IL TEATRO VERDI VOTATO MIGLIORE SALA. http://www.giornatedelcinemamuto.it/it/silent-london-giornate-cinema-muto-casanova-teatro-verdi-pordenone/ Mon, 14 Feb 2022 09:13:00 +0000 http://www.giornatedelcinemamuto.it/?p=21313 Il sondaggio riservato alla grande comunità internazionale degli studiosi e degli appassionati di cinema muto lanciato da Silent London, seguitissimo blog della giornalista inglese Pamela Hutchinson (collaboratrice di testate quali The Guardian e Sight and Sound), ancora una volta premia le Giornate del Cinema Muto come migliore festival di cinema muto dell’anno. Se nel 2020 […]

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Il sondaggio riservato alla grande comunità internazionale degli studiosi e degli appassionati di cinema muto lanciato da Silent London, seguitissimo blog della giornalista inglese Pamela Hutchinson (collaboratrice di testate quali The Guardian e Sight and Sound), ancora una volta premia le Giornate del Cinema Muto come migliore festival di cinema muto dell’anno. Se nel 2020 il titolo era arrivato per la 39a Limited Edition, interamente on line, quest’anno il premio riguarda la 40a edizione svoltasi in presenza al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone, a sua volta vincitore del titolo di migliore sala fra tutte quelle che hanno ospitato eventi di cinema muto.

Come precisa Silent London, i voti ricevuti in favore delle Giornate sono stati “una valanga”, e pochi rivali ha avuto anche l’evento speciale che ha chiuso il festival (il 9 ottobre, con replica il 10 ottobre), Casanova (1927) di Alexandre Volkoff restaurato dalla Cinémathèque française e presentato con la nuova partitura di Günter Buchwald eseguita dall’Orchestra San Marco di Pordenone, giudicato il migliore spettacolo dal vivo. Ricordiamo che Casanova con questo accompagnamento musicale uscirà in una versione su Dvd e Blu-ray realizzata dalle Giornate del Cinema Muto e la Cinémathèque française con Lobster Films.

Scorrendo la classifica delle diverse sezioni, troviamo il riconoscimento al direttore Jay Weissberg, che ha ottenuto una menzione d’onore come “eroe del cinema muto”, categoria nella quale sono stati votati anche i musicisti delle Giornate, con una segnalazione particolare per il percussionista tedesco Frank Bockius, sempre più presente negli accompagnamenti come partner musicale dei pianisti. Apprezzamenti anche per il fotografo del festival Valerio Greco.

La retrospettiva che le Giornate hanno dedicato alla produttrice e star austriaca Ellen Richter curata dagli studiosi Oliver Hanley e Philipp Stiasny è stata giudicata la scoperta per eccellenza del 2021 e il film Jokeren (Il jolly, 1928), presentato sia al Verdi che online, il migliore restauro dell’anno, ad opera di Det Danske Filminstitut, l’archivio nazionale danese.

Infine, nella categoria della migliore didascalia da un film muto, ha ottenuto il maggior numero di segnalazioni Miss Lulu Bett, presentato all’interno della rassegna dedicata alle sceneggiatrici americane, ma sono risultate memorabili anche le didascalie da altri film visti a Pordenone, come Fool’s Paradise di Cecil B. DeMille, sempre parte del programma sulle sceneggiatrici americane, Moral, della rassegna Ellen Richter, e Phil-for-Short, della rassegna Nasty Women.

I risultati del sondaggio con i vincitori di tutte le sezioni sono consultabili su Silent London, a questo link: https://silentlondon.co.uk/2022/02/11/the-silent-london-poll-of-2021-and-the-winners-are/

 

Foto: L’Orchestra San Marco di Pordenone diretta da Günter Buchwald accompagna il film Casanova (FR 1927) di Alexandre Volkoff, con Ivan Mosjoukine (sullo schermo) nella serata conclusiva della 40a edizione delle Giornate del Cinema Muto (Teatro Verdi di Pordenone, 2-9 ottobre 2021).
Credit: Fotografia di Valerio Greco.

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PREMIO PER IL CINEMA AL MAESTRO GÜNTER BUCHWALD http://www.giornatedelcinemamuto.it/it/premio-per-il-cinema-al-maestro-gunter-buchwald/ Tue, 26 Oct 2021 13:00:59 +0000 http://www.giornatedelcinemamuto.it/?p=21281 LA SUA PARTITURA PER CASANOVA DI VOLKOFF HA CHIUSO LA 40a EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE. IL FILM E LA MUSICA SARANNO PRESTO DISPONIBILI IN UN DVD/BLU-RAY. Il 9 e il 10 ottobre scorso ha incantato il pubblico delle Giornate del Cinema Muto al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone, ripetendosi pochi […]

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LA SUA PARTITURA PER CASANOVA DI VOLKOFF HA CHIUSO LA 40a EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE. IL FILM E LA MUSICA SARANNO PRESTO DISPONIBILI IN UN DVD/BLU-RAY.

Il 9 e il 10 ottobre scorso ha incantato il pubblico delle Giornate del Cinema Muto al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone, ripetendosi pochi giorni dopo al Festival Lumière di Lione, con la partitura orchestrale che ha composto e diretto per il film Casanova (1927) di Alexandre Volkoff, con Ivan Mosjoukine, nella versione restaurata dalla Cinémathèque française. Parliamo di Günter A. Buchwald, musicista polistrumentista, compositore e direttore d’orchestra di Friburgo nonché uno dei musicisti specializzati che ogni anno accompagnano dal vivo le proiezioni delle Giornate e che il prossimo dicembre riceverà a Stoccarda, nel corso del 27° Filmschau, il Baden-Württembergischen Ehrenfilmpreis, premio onorario per il cinema.

Annunciando il riconoscimento, la giuria ha definito Buchwald una “star” del cinema muto, uno dei fautori della sua riscoperta, iniziata nel 1978, un musicista richiesto in tutto il mondo che insieme alla comunità internazionale degli archivi cinematografici contribuisce alla salvaguardia del cinema muto rendendolo accessibile al pubblico.

Della sua ultraquarantennale carriera, nel corso della quale ha accompagnato oltre 3500 film muti in numerosi festival internazionali, insieme alle tante improvvisazioni al pianoforte e al violino al Teatro Zancanaro di Sacile e al Teatro Verdi di Pordenone ricordiamo la sua direzione dell’accompagnamento orchestrale per i film di Chaplin The Circus (Il circo) nel 2011, City Lights (Luci della città) nel 2014 e The Kid (Il monello) nel 2019. Con la Zerorchestra ha portato in tour, toccando numerose località del Friuli Venezia Giulia, nel 2016 Show People (Maschere di celluloide) di King Vidor, con Marion Davies, e nel 2017 The Wind (Il vento) di Victor Sjöström, con Lillian Gish.

Tornando a Casanova, uscirà nei prossimi mesi un dvd/blu-ray realizzato dalle Giornate del Cinema Muto in collaborazione con la Cinémathèque française e pubblicato dalla Lobster, con l’accompagnamento di Günter Buchwald eseguito dall’Orchestra San Marco di Pordenone registrato al Teatro Verdi lo scorso gennaio.

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SPIN-OFF PARIGINO PER LE GIORNATE DEL CINEMA MUTO http://www.giornatedelcinemamuto.it/it/spin-off-parigino-per-le-giornate-del-cinema-muto/ Tue, 12 Oct 2021 08:57:24 +0000 http://www.giornatedelcinemamuto.it/?p=21220 Una rassegna alla Fondation Jérôme Seydoux-Pathé ripropone una selezione dei film presentati a Pordenone La 40a edizione delle Giornate del Cinema Muto che si è appena conclusa al Teatro Verdi di Pordenone avrà uno spin-off a Parigi con la rassegna “Giornate del Cinema Muto, sélection du festival de Pordenone 2021”, organizzata dalla Fondation Jérôme Seydoux-Pathé […]

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Una rassegna alla Fondation Jérôme Seydoux-Pathé
ripropone una selezione dei film presentati a Pordenone

La 40a edizione delle Giornate del Cinema Muto che si è appena conclusa al Teatro Verdi di Pordenone avrà uno spin-off a Parigi con la rassegna “Giornate del Cinema Muto, sélection du festival de Pordenone 2021”, organizzata dalla Fondation Jérôme Seydoux-Pathé in collaborazione con il festival e in programma dal 13 al 26 ottobre.

La selezione, curata da Samantha Leroy, torna a mettere l’accento sul ruolo delle donne nel cinema non solo davanti ma anche dietro la macchina da presa. Degli undici titoli scelti, tre – AberglaubeLola Montez, die Tänzerin des Königs  e Der Juxbaron – fanno parte dalla retrospettiva dedicata alla riscoperta della star e produttrice ebrea austriaca Ellen Richter. Si riaccendono i riflettori anche sulle sceneggiatrici americane, con A Temperamental Wife, scritto da Anita Loos, e Miss Lulu Bett (1921), scritto da Clara Beranger, mentre con L’ombra di un trono (1920) di Carmine Gallone, adattamento del romanzo popolare francese Fleur d’ombre di Charles Foleÿ, torna in scena la diva di origine polacca Soava Gallone, moglie e musa del regista.

Uno spazio sarà dedicato anche al western con due film che attestano la grande duttilità del genere: il vivace Don Quickshot of the Rio Grande e The Man from Kangaroo, ambientato nell’entroterra australiano e veicolo cinematografico per l’atleta olimpico Snowy Baker. Completano il programma tre cortometraggi Vitagraph del 1910 a tema giapponese.
Info: http://www.fondation-jeromeseydoux-pathe.com/pordenone_2021_actu

Ricordiamo infine che mercoledì 13 ottobre, al Festival Lumière di Lione sarà presentato l’evento che ha chiuso le Giornate del Cinema Muto, lo spettacolare Casanova di Alexandre Volkoff, con Ivan Mosjoukine, nella copia restaurata dalla Cinémathèque française e con la nuova partitura di Günter Buchwald, che per l’occasione dirigerà l’Orchestre National de Lyon.

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CONCLUSA LA 40a EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE http://www.giornatedelcinemamuto.it/it/conclusa-la-40a-edizione-delle-giornate-del-cinema-muto-di-pordenone/ Sun, 10 Oct 2021 06:00:11 +0000 http://www.giornatedelcinemamuto.it/?p=21199 CONCLUSA LA 40a EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE CON   SUCCESSO SIA PER IL FESTIVAL IN PRESENZA SIA PER LA SELEZIONE ONLINE. LE ANTICIPAZIONI DEL DIRETTORE JAY WEISSBERG PER IL 2022.   Dopo l’edizione 2020 svoltasi interamente online, sulle difficoltà e le limitazioni tuttora presenti a causa della pandemia ha prevalso nella comunità degli […]

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CONCLUSA LA 40a EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE CON   SUCCESSO SIA PER IL FESTIVAL IN PRESENZA SIA PER LA SELEZIONE ONLINE.

LE ANTICIPAZIONI DEL DIRETTORE JAY WEISSBERG PER IL 2022.  

Dopo l’edizione 2020 svoltasi interamente online, sulle difficoltà e le limitazioni tuttora presenti a causa della pandemia ha prevalso nella comunità degli appassionati e degli studiosi la voglia di ritrovarsi a Pordenone per celebrare insieme, al Teatro Verdi di Pordenone, la 40a edizione delle Giornate del Cinema Muto. Risultato tanto più gratificante per gli organizzatori se si pensa che oltre la metà di chi frequenta il festival proviene dall’estero, una prevalenza ancora più pronunciata quest’anno con una percentuale di presenze straniere di oltre il 63% sul totale degli accreditati.

Pur essendo già tempo di tracciare bilanci, l’edizione della ripartenza non può dirsi ancora definitivamente conclusa. Oggi alle 16.30 è infatti in programma la replica dell’evento speciale di chiusura, Casanova di Alexandre Volkoff, con il divo Ivan Mosjoukine, nella copia restaurata dalla Cinémathèque française e con la partitura di Günter Buchwald, eseguita dal vivo in prima mondiale dall’Orchestra San Marco di Pordenone diretta dallo stesso Buchwald. Due ore e mezza di immagini spettacolari, girate in buona parte in una Venezia elegante e sfarzosa, a ricreare l’atmosfera settecentesca in cui sono ambientate le imprese del famoso libertino Giacomo Casanova. Dopo Pordenone, il film sarà presentato con la stessa partitura al Festival Lumière di Lione il prossimo 13 ottobre.

Il direttore Jay Weissberg si è dichiarato molto soddisfatto del risultato artistico, raggiunto come sempre grazie alla collaborazione dei curatori delle diverse sezioni e degli archivi nazionali – in particolare la Cineteca del Friuli, la Cineteca Italiana, il Museo Nazionale del Cinema – e internazionali, fra cui la Library of Congress, il Museum of Modern Art, George Eastman Museum, La Cinémathèque française, Lobster Films, EYE Filmmuseum, Deutsches Film Istitute e Filmmuseum, Det Danske Filminstitut, Gosfilmofond, National Film & Sound Archive of Australia, Korean Film Archive, Národní filmový archiv, Filmoteka Narodowa-Instytut Audiowizualny. Gli intervalli più lunghi fra uno spettacolo e l’altro per la sanificazione della sala hanno inciso sul numero di film presentati ma hanno concesso più tempo per incontrarsi e dialogare, anche questo un aspetto fondamentale del festival in cui proprio dalle conversazioni fra studiosi e archivisti nascono tante collaborazioni e progetti di restauro, per non parlare del piacere ritrovato di stare insieme.

Eccelsa la qualità degli accompagnamenti musicali mai così spesso accolti dal pubblico con standing ovation e frutto certamente del talento e della professionalità dei musicisti ma anche della loro gioia nel ritrovarsi a suonare insieme e ispirarsi reciprocamente. Oltre alle straordinarie performance dei musicisti del festival – Neil Brand, Günter Buchwald, Philip Carli, Daan van den Hurk, Stephen Horne, Maud Nelissen, Donald Sosin, John Sweeney e Gabriel Thibaudeau, spesso in coppia con il percussionista Frank Bockius – si segnalano il trio esibitosi nella serata di apertura sotto la guida del Maestro Carl Davis per Lady Windermere’s Fan di Ernst Lubitsch, l’ensemble sloveno che ha eseguito la partitura di Andrej Goričar per Erotikon di Gustav Machatý, evento speciale di metà settimana e naturalmente l’Orchestra San Marco di Pordenone impegnata nell’accompagnamento di Casanova.

Insieme alla riscoperta di una personalità importante come Ellen Richter, la retrospettiva che ha riscosso maggiore successo è stata quella dedicata alle sceneggiatrici americane, nell’ambito della quale sono stati presentati molti capolavori fra cui Fool’s Paradise, sceneggiato da Beulah Marie Dix e Sada Cowan e diretto da Cecil B. DeMille, e Kentucky Pride, scritto da Dorothy Yost e diretto da John Ford, ma ha strappato applausi a scena aperta anche Miss Lulu Bett, sceneggiato da Clara Beranger. Sottolinea il direttore che “se da una parte continuiamo giustamente a celebrare il ruolo delle donne, tracciando una linea di congiunzione fra passato e presente, è altrettanto importante presentare alcuni film scomodi, che possiamo definire razzisti, come quest’anno il riscoperto “blackface” Ham and Eggs at the Front (Due negri al fronte). Si tratta di film che fanno parte della storia del cinema e che sarebbe pericoloso nascondere o cancellare. Vanno invece contestualizzati nel passato e confrontati con il presente, rispetto al quale possono fungere da ammonimento affinché la storia non si ripeta”.

Venendo ai numeri, certo non tutti quelli che avrebbero voluto hanno potuto raggiungere Pordenone, a partire dal direttore emerito delle Giornate, David Robinson, che come molti altri ha seguito il festival online. Gli accrediti in presenza hanno comunque superato la soglia di 500, un numero ovviamente inferiore rispetto alle edizioni pre-pandemia ma che, già così, ha determinato il tutto o quasi tutto esaurito alle proiezioni in un Teatro Verdi a capienza ridotta a causa delle norme anti-Covid in vigore fino al 10 ottobre. Fra gli stranieri si conferma la tradizionale prevalenza di statunitensi (52), ma alte presenze si registrano anche da Germania (46), Francia (37) e Regno Unito (26), seguiti da Olanda, Canada e altri paesi.

Si conferma anche il successo del festival online su MYmovies con una selezione di film fra cui l’evento di pre-apertura Maciste all’Inferno presentato al Teatro Zancanaro il 1° ottobre con la musica di Teho Teardo e Zerorchestra e riproposto online sabato 9 ottobre e con i quotidiani incontri con l’autore: 650 le adesioni per un totale di 200.000 minuti di visione. Anche qui dominano gli Stati Uniti, con oltre il 27% sul totale delle visioni per titolo.

Gli accessi al sito del festival www.giornatedelcinemamuto.it sono stati 195.000 da inizio settembre, 90.000 nella settimana del festival, per l’85% dall’estero, con utenti equamente divisi fra uomini e donne. Fra i dati più significativi, la percentuale di giovani: il 65% degli accessi è infatti di persone fra i 18 e i 34 anni (30% fra i 18 e i 24 anni, 35% fra i 25 e i 34 anni).
Importante anche la presenza delle Giornate del Cinema Muto sui social. La pagina Facebook ha registrato 5.000.000 di impression da inizio settembre, 2.600.000 nel solo periodo del festival. 140.000 impression e 4.000 interazioni per il profilo Instagram da inizio settembre, 47.000 impression e 2.000 interazioni nella settimana del festival. Per l’account Twitter, 140.000 impression da inizio settembre, 55.000 durante il festival.

La 41a edizione delle Giornate del Cinema Muto, in programma dal 1° all’8 ottobre 2022, proporrà fra le altre cose, insieme alla già annunciata rassegna “Ruritania” di cui quest’anno si è visto un primo assaggio – L’ombra di un trono di Carmine Gallone, con Soava Gallone, altra diva che merita di essere riscoperta –, una sezione monografica dedicata a Norma Talmadge e, fra i nuovi restauri, il bellissimo Romance di Clarence Brown, ultimo film muto e allo stesso tempo primo film sonoro con Greta Garbo. La speranza più grande è di poter festeggiare, insieme ai 40 anni del festival (nato nel 1982), il ritorno definitivo alla normalità.

Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero della Cultura – Direzione Generale per il Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.

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IL MITO DI CASANOVA http://www.giornatedelcinemamuto.it/it/il-mito-di-casanova/ Sat, 09 Oct 2021 06:00:20 +0000 http://www.giornatedelcinemamuto.it/?p=21189 IL MITO DI CASANOVA CHIUDE LA QUARANTESIMA EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO NEL PROGRAMMA DI OGGI ANCHE DER JUXBARON CON MARLENE DIETRICH, PRODOTTO DA ELLEN RICHTER, E UN WESTERN CON JACK HOXIE ISPIRATO AL DON CHISCIOTTE Casanova di Alexandre Volkoff è stato uno dei più grandi e costosi kolossal della storia del cinema muto […]

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IL MITO DI CASANOVA CHIUDE LA QUARANTESIMA EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO

NEL PROGRAMMA DI OGGI ANCHE DER JUXBARON CON MARLENE DIETRICH, PRODOTTO DA ELLEN RICHTER, E UN WESTERN CON JACK HOXIE ISPIRATO AL DON CHISCIOTTE

Casanova di Alexandre Volkoff è stato uno dei più grandi e costosi kolossal della storia del cinema muto e segnò un punto a favore della cinematografia francese ed europea nell’eterna competizione con Hollywood. Due ore e mezza (nella copia restaurata presentata alle Giornate del Cinema Muto dalla Cinémathèque française ben mezz’ora in più rispetto alla versione finora nota) di grande spettacolo per raccontare la vita e le imprese del famoso libertino che dà modo al regista di ricostruire con sfarzo ed eleganza la Venezia del Settecento nella sua decadente sensualità.
Si può dividere il film in tre parti ideali: nella prima viene presentata la figura di Casanova; la seconda è incentrata sul rapporto di Casanova con l’imperatrice Caterina di Russia; nella terza di nuovo a Venezia con la celebre scena del Carnevale in Piazza San Marco (girata di notte e nella quale vennero utilizzate più di 1.500 comparse) e la fuga di Casanova da Palazzo Ducale. Protagonista del film è Ivan Mosjoukine, uno dei più grandi attori del cinema muto paragonato per il suo fisico e la sua recitazione spavalda a Rodolfo Valentino. Mosjoukine, figlio di una agiata famiglia russa, faceva parte come anche lo stesso Volkoff, dell’ondata migratoria che si rifugiò a Parigi dopo la rivoluzione bolscevica. Ben presto si impose per la straordinaria arte scenica e l’estrema misura nei gesti e nelle espressioni, ma la sua fortuna cinematografica durò poco perché l’arrivo del sonoro, causa anche una scarsa dimestichezza con la lingua francese, lo emarginò presto e lo fece cadere nell’oblio. Morì povero a Parigi nel 1939, una fine triste solitaria che lo accomuna alla sorte di Casanova.
La proiezione al Teatro Verdi di Pordenone oggi alle ore 21 del film di Volkoff chiude la 40ma edizione delle Giornate del Cinema Muto e verrà replicata, sempre al Teatro Verdi, il giorno successivo, domenica 10 ottobre alle 16.30 e sempre con la partitura musicale, presentata in prima mondiale, composta da Günter A. Buchwald che dirige l’Orchestra San Marco di Pordenone.
Nei prossimi mesi uscirà un DVD Blu-ray della Lobster di Casanova, con la partitura di Buchwald, realizzato in collaborazione con le Giornate del Cinema Muto e la Cinématheque française.

Restando nel campo delle suggestioni letterarie, il programma della giornata di sabato 9 ottobre presenta un titolo che rimanda a un gigante della storia della letteratura, il Don Chisciotte. Il protagonista del film Don Quickshot of the Rio Grande del 1927, al Teatro Verdi alle ore 14.30 con l’accompagnamento di Neil Brand, è infatti un romantico cow-boy che la lettura del capolavoro di Cervantes spinge ad imbarcarsi in una serie di avventure e a battersi in difesa degli oppressi (meglio se pulzelle). Il film fu un gran successo anche se il regista George Marshall intervistato molti anni dopo da Kevin Brownlow non lo ricordava con piacere perché, dichiarò, “è stato l’unico film che mi ha procurato problemi, forse perché mi sono preso gioco del personaggio e del genere western”. L’interprete principale è Jack Hoxie, star assoluta del genere; era nato nei Territori Indiani e cresciuto nella riserva, acquisendo grande abilità di cavallerizzo. Nei suoi film è sempre a fianco del suo cavallo di razza Appaloosa, Scout, e al suo cane, Old Bunk, cosa che gli procurò le simpatie soprattutto del pubblico dei ragazzi.

Don Quickshot of the Rio Grande non si è più visto completo e in una copia di qualità accettabile da quasi cent’anni e finalmente lo si può nuovamente apprezzare grazie al lavoro del Packard Humanities Institute di Santa Clarita (California).

La retrospettiva dedicata all’attrice e produttrice Ellen Richter, si conclude sabato 9 ottobre alle 17.30 con Der Juxbaron (Il Barone immaginario) di Willi Wolff, accompagnato al pianoforte di Daan van den Hurk.
Il film, del 1927, è l’unica produzione Ellen Richter di epoca muta senza Ellen Richter nel cast. Fra i protagonisti, una giovane Marlene Dietrich nel suo primo significativo ruolo di contorno, completa di monocolo, cravatta e modi da ragazza emancipata.
Der Juxbaron si presenta come una classica commedia degli errori, una scanzonata miscela di pezzi forti, schermaglie amorose, musica e baldoria. Il film descrive le comiche (dis)avventure di un povero musicista di strada, che viene indotto a fingersi un eccentrico nobiluomo. Il “barone” viene entusiasticamente accolto, armi e bagagli, dai membri di una famiglia borghese, ansiosi di socializzare con l’aristocrazia: tra essi, la figlia (Marlene Dietrich) si invaghisce del presunto barone, che crede immensamente ricco. Il barone immaginario del titolo è interpretato dall’attore e regista Reinhold Schünzel, al quale fino alla metà degli anni Venti venivano di solito affidate parti di cattivo (come in un altro film della Richter, Der Flug um den Erdball); in seguito sarebbe però divenuto uno dei più popolari attori comici della Germania di Weimar, oltre che il regista di vari film comici di grande successo.

Il programma online di oggi, su MYmovies a partire dalle 17 (ora italiana), propone tre corti della Vitagraph del 1910, altrettante rappresentazioni del Giappone e affascinanti testimonianze dell’interesse del mondo occidentale di inizio secolo per quel Paese. L’accompagnamento musicale è affidato a John Sweeney. A partire dalle 21, sempre online, Maciste all’Inferno di Guido Brignone (1926): in occasione del settecentenario dantesco, le musiche di Teho Teardo e della Zerorchestra accompagnano questo barocco racconto in cui Maciste combatte i demoni negli inferi.

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IL PREMIO JEAN MITRY 2021 A KAE ISHIHARA E RONALD GRANT & MARTIN HUMPHRIES http://www.giornatedelcinemamuto.it/it/il-premio-jean-mitry-2021-a-kae-ishihara-e-ronald-grant-martin-humphries/ Fri, 08 Oct 2021 19:00:42 +0000 http://www.giornatedelcinemamuto.it/?p=21178 IL PREMIO JEAN MITRY 2021 ALLA RICERCATRICE E ARCHIVISTA GIAPPONESE KAE ISHIHARA E AI FONDATORI DEL CINEMA MUSEUM DI LONDRA RONALD GRANT E MARTIN HUMPHRIES RITIRERANNO IL PREMIO ANCHE I VINCITORI DEL 2020 VERA GYUREY E J.B. KAUFMAN Nell’ambito delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone viene assegnato ogni anno a personalità e istituzioni che […]

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IL PREMIO JEAN MITRY 2021
ALLA RICERCATRICE E ARCHIVISTA GIAPPONESE KAE ISHIHARA E AI FONDATORI DEL CINEMA MUSEUM DI LONDRA RONALD GRANT E MARTIN HUMPHRIES

RITIRERANNO IL PREMIO ANCHE I VINCITORI DEL 2020
VERA GYUREY E J.B. KAUFMAN

Nell’ambito delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone viene assegnato ogni anno a personalità e istituzioni che si sono distinte nell’opera di recupero e valorizzazione del patrimonio cinematografico il premio internazionale Jean Mitry. Istituito dalla Provincia di Pordenone nel 1986 e dal 2017 sostenuto dalla Fondazione Friuli presieduta da Giuseppe Morandini, il premio, giunto alla sua 36a edizione, sarà consegnato dall’avvocato Bruno Malattia, vicepresidente della Fondazione, oggi alle ore 21 al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone. Insieme ai vincitori di quest’anno, Kae Ishihara e Ronald Grant & Martin Humphries, saranno premiati anche i vincitori del 2020, che causa Covid non hanno potuto ritirare personalmente il premio lo scorso anno: la storica e archivista cinematografica ungherese Vera Gyurey e lo studioso indipendente americano J.B. Kaufman.

Dopo gli studi alla L. Jeffrey Selznick School of Film Preservation alla George Eastman House (oggi George Eastman Museum) a Rochester, New York, Kae Ishihara (PhD in Archivistica) ha fondato nel 2001 la Film Preservation Society (FPS) a Tokyo e promuove la conservazione del patrimonio cinematografico attraverso attività quali “Adopt-a-Film” (2005-2010), che mira a riscoprire, restaurare e presentare film muti giapponesi troppo a lungo dimenticati; il progetto di archiviazione cinematografica comunitario “Bunkyo Film Archive”; e “Film Salvation Project”, volto a recuperare pellicole e videocassette danneggiati dal terremoto e dallo tsunami. Dal 2003 Kae Ishihara è anche tra i principali promotori di Home Movie Day in Giappone ed è autrice, fra gli altri, di History of Film Archiving in Japan (Bigaku Shuppan: Tokyo, 2018), che ha ricevuto l’Hiroko Nogami Memorial Award for Art Documentation nel 2019.

Ronald Grant e Martin Humphries hanno fondato insieme il Cinema Museum di Londra nel 1984, che ha attualmente la sua sede nella Master’s House of the Old Lambeth Workhouse – un tempo ricovero per poveri che il giovane Charlie Chaplin fu costretto a frequentare diverse volte. Situato nella zona storica di Kennington, vicino a Elephant & Castle, il Museo ospita una collezione unica, nata dalla collezione privata di Grant e Humphries, costituita da oggetti, memorabilia, strumenti, foto e manifesti, una biblioteca e riviste di cinema che raccontano e testimoniano la storia del cinema dal 1890 a oggi. Pur in assenza di finanziamenti esterni, il Cinema Museum, ente benefico riconosciuto dal 1986, offre al pubblico un vasto programma espositivo, visite guidate ed eventi, incluse proiezioni di cinema muto con accompagnamento musicale.
Ronald Grant e Martin Humphries hanno ricevuto il premio Haghefilm per l’acquisizione e il restauro dei negativi originali dei film Mitchell & Kenyon, presentati alle Giornate nel 1997 e nel 1998.
L’edificio che ospita il Cinema Museum è considerato di importanza storica ma versa in cattive condizioni e fa parte di un lotto più ampio acquistato da società immobiliari. Da quindici anni Ronald, Martin e i loro collaboratori combattono una battaglia per l’acquisto della sede e allo scopo è stata lanciata la petizione online “Save the Cinema Museum”. Con questo premio, le Giornate del Cinema Muto rimarcano il loro sostegno al Museo e alla sua intensa e meritoria attività di divulgazione della storia del cinema.

Come insegnante di lingua e letteratura ungherese, Vera Gyürey ha promosso fin dagli anni ’60 l’insegnamento del cinema nella scuola media superiore e, dopo essere stata chiamata nel 1985 a far parte del Magyar Nemzeti Filmarchívum, l’archivio cinematografico nazionale ungherese, ne è stata la direttrice dal 1990 al 2011, svolgendo un ruolo fondamentale per la conservazione e il restauro del patrimonio cinematografico ungherese. Tra le opere restaurate durante la sua direzione il film del 1917, presentato nel 2002 a Pordenone, Az utolsó éjszaka [L’ultima notte] di Jenő Janovics.

J.B. Kaufman, storico del cinema, fra i maggiori conoscitori dell’opera di Walt Disney e autore di numerosi libri, ha inaugurato la fortunata serie di pubblicazioni con il volume, vincitore del prestigioso Kraszna Krausz, Walt in Wonderland – Nel paese delle meraviglie, firmato con Russell Merritt (premio Jean Mitry nel 2018) e pubblicato dalle Giornate del Cinema Muto nel 1992, in occasione della retrospettiva dedicata alla produzione muta di Disney. Altrettanto fortunato il secondo volume, dedicato alle Silly Symphonies, pubblicato dalla Cineteca del Friuli nel 2006. La figlia di Walt, Diane, ha affidato a J.B. Kaufman la stesura di diversi libri fra cui South of the Border with Disney, e le storie “definitive” di due dei capolavori del padre, Biancaneve e Pinocchio. Numerosi sono i contributi di Kaufman sul cinema muto alla rivista Griffithiana e al pluriennale Progetto Griffith delle Giornate.

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LE GIORNATE FESTEGGIANO I PRIMI 40 ANNI CON MAX LINDER http://www.giornatedelcinemamuto.it/it/le-giornate-festeggiano-i-primi-40-anni-con-max-linder/ Fri, 08 Oct 2021 06:00:27 +0000 http://www.giornatedelcinemamuto.it/?p=21169 LE GIORNATE FESTEGGIANO I PRIMI 40 ANNI CON MAX LINDER E L’ANTEPRIMA DEL SUO ULTIMO FILM MAX DER ZIRKUSKÖNIG CONSIDERATO PERDUTO. NEL PROGRAMMA DI VENERDÌ 8 OTTOBRE ANCHE UN RARO FILM MUTO DI JOHN FORD.  Max Linder è il nume tutelare delle Giornate del Cinema Muto. Nel 1982 quando di cinema muto nessuno parlava, Cinemazero […]

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LE GIORNATE FESTEGGIANO I PRIMI 40 ANNI CON MAX LINDER E L’ANTEPRIMA DEL SUO ULTIMO FILM MAX DER ZIRKUSKÖNIG CONSIDERATO PERDUTO.

NEL PROGRAMMA DI VENERDÌ 8 OTTOBRE ANCHE UN RARO FILM MUTO DI JOHN FORD. 

Max Linder è il nume tutelare delle Giornate del Cinema Muto. Nel 1982 quando di cinema muto nessuno parlava, Cinemazero di Pordenone e la Cineteca del Friuli organizzarono una piccola rassegna di film del grande comico francese alla presenza di pochi storici e critici amici reduci dalla Mostra del Cinema di Venezia. Fu una scoperta e un successo che stimolò gli organizzatori a sviluppare e approfondire l’esplorazione e lo studio del cinema del periodo tra le origini e il sonoro. Max Linder è stato il primo comico di successo internazionale (lo stesso Chaplin dichiarò di esserne stato molto influenzato), dando vita alla maschera di Max, l’uomo di mondo elegante, dai baffetti neri, cilindro e guanti bianchi, che si muove nella Parigi della Belle Epoque. Attore, regista e sceneggiatore, Max Linder lavorò in più di 500 film, la maggior parte dei quali sono perduti. Anche Max Der Zirkuskönig (titolo italiano: Il domatore dell’amore) era tra questi e solo con una complessa operazione di recupero e ricostruzione con copie provenienti da numerose cineteche la Lobster Films di Parigi ha riportato in vita questo che è l’ultimo film di Linder. Il divo francese fu ingaggiato per Max Der Zirkuskönig da una società austriaca appena costituita, la Vita Film che pensava, con la sua presenza, di sfondare sul mercato internazionale. In effetti il film andò bene in molti Paesi, non altrettanto la salute di Max Linder, che già durante la lavorazione aveva cominciato a essere minata da quel male oscuro che pochi mesi dopo lo condurrà all’omicidio della giovane moglie e al suo suicidio.
Con la prima assoluta di Max Der Zirkuskönig nella serata che si aprirà con la consegna dei Premi Jean Mitry, oggi alle ore 21 al Teatro Verdi di Pordenone, le Giornate del Cinema Muto celebrano la loro 40a edizione, rendendo omaggio a Linder anche nel manifesto ufficiale del festival, dove appare insieme a Vilma Bánky, sua partner nel film. La pellicola sarà accompagnata dal vivo da Neil Brand (piano) e Frank Bockius (percussioni).

Nella rassegna dedicata alle sceneggiatrici americane spicca, per il nome del regista, Kentucky Pride, diretto nel 1925 da John Ford.  Se il film deve molto alla brillante idea dei cavalli parlanti, merito della sceneggiatrice Dorothy Yost (che successivamente scriverà molti film con Fred Astaire e Ginger Rogers), il recupero di un film rarissimo del regista più grande di tutti i tempi (parola di Orson Welles) non può non essere un fortissimo richiamo per tutti. Restaurato dal Museum of Modern Art di New York con i fondi della Twentieth Century Fox, Kentucky Pride è in programma alle 14.30 al Teatro Verdi di Pordenone con l’accompagnamento di Philip Carli. Il film, di un Ford appena trentenne, ha già tutti i grandi temi del suo cinema: il senso del dovere, la fierezza della propria tradizione, l’amore per la natura e per i cavalli sempre protagonisti nei suoi western. Anche qui la protagonista è una cavalla, Virginia Future, che racconta la storia agli altri cavalli, agli abitanti del Kentucky e agli spettatori. Tra gli altri equini amici di Virginia compare anche il leggendario Man o’ War, la cui fama e le cui vittorie gli hanno guadagnato il titolo di più grande cavallo da corsa del XX secolo. Nel cast degli umani spicca il nome di Henry B. Walthall, l’attore feticcio di David Wark Griffith che anche Ford dimostrò di apprezzare. “Era grande, uno dei più grandi attori di tutti i tempi, una personalità che usciva davvero fuori dallo schermo” dichiarò Ford in un’intervista a Peter Bogdanovich.
Se in Kentucky Pride il punto di vista è quello dei cavalli, nel film che lo precede, Up in the Air After Alligators, del 1919, il mondo lo vediamo attraverso gli occhi di un coccodrillo. Il cortometraggio presentato alle Giornate fa parte di una serie di 50 travelogue per una rivista sportiva ed è un ottimo esempio della scrittura di Katharine Hilliker (1885 – 1965).
Segnaliamo tra le proiezioni del pomeriggio, alle 17.30, tre corti giapponesi della Vitagraph del 1910 quando molti vedevano nella crescita della potenza imperiale giapponese un potenziale pericolo per gli Stati Uniti. Anche in molti film americani c’era questo sospetto ma nei tre corti della Vitagraph c’è un approccio verso quel Paese molto diverso, a cominciare dal fatto che vengono utilizzati molti veri attori giapponesi. Uno dei titoli è Ito, the Beggar Boy, del 1910, riemerso nelle collezioni della  Filmoteka Narodowa – Instytut Audiowizualny (FINA) di Varsavia. Completano il programma due corti della filiale russa della Pathé del 1913, che sono le uniche testimonianze superstiti della danzatrice e attrice Ohta Hisa nota col nome d’arte Hanako (1868 – 1945). Agli inizi del secolo scorso questa minuta artista giapponese (secondo alcune fonti non raggiungeva il metro e 40 d’altezza) iniziò a girare l’Europa e l’America con straordinario successo affascinando in Francia anche lo scultore Auguste Rodin che la scelse come modella. Le riprese dei suoi spettacoli a Mosca sono firmate da Yakov Protazanov, uno dei fondatori del cinema russo. L’accompagnamento di questi film è affidato a John Sweeney.
La giornata di venerdì si apre alle 10.30 con un altro restauro della Lobster, il film di Willi Wolff interpretato da Ellen Richter Der Flug um der Erdball (Un volo intorno al mondo), del 1925, diviso in due parti, che saranno accompagnate dal vivo rispettivamente da Günter Buchwald e Stephen Horne. Il critico di Film Kurier scrisse che non solo questo era il miglior film di Ellen Richter, ma anche il miglior film tedesco di viaggi e avventure.

Il programma online di oggi, su MYmovies a partire dalle 21 (ora italiana), propone Moral, il bellissimo film con Ellen Richter (visto in sala giovedì) che denuncia il bigottismo di provincia. Nell’ultimo appuntamento con gli incontri con l’autore – sempre online, a partire dalle 17 – è il giorno di Alberto Sordi. A parlare di lui è Alberto Anile, autore del volume Alberto Sordi (Edizioni Sabinae, 2020)
, un’approfondita monografia, ricca di materiali d’archivio, che copre l’intera vita e la carriera dell’Albertone nazionale svelando non pochi dettagli sconosciuti scoperti grazie a lunghe e accuratissime ricerche, e che, inevitabilmente, ripercorre quella irripetibile stagione del cinema italiano di cui Sordi fu uno dei grandi protagonisti. L’Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema (AIRSC) presenta invece Immagine: note di cinema 20-21 (Persiani 20-21), gli ultimi due numeri della più antica rivista italiana dedicata agli appassionati di cinematografia, organo ufficiale dell’Associazione.

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ALLE GCM40 ARRIVA “L’OMBRA DI UN TRONO”, RARO FILM DI CARMINE GALLONE http://www.giornatedelcinemamuto.it/it/alle-gcm40-arriva-lombra-di-un-trono-raro-film-di-carmine-gallone/ Thu, 07 Oct 2021 06:00:16 +0000 http://www.giornatedelcinemamuto.it/?p=21162 ALLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE ARRIVA L’OMBRA DI UN TRONO, RARO FILM DI CARMINE GALLONE, CON LA DIVA SOAVA GALLONE, RITROVATO NELL’ARCHIVIO DI PRAGA. PROSEGUE LA RISCOPERTA DI ELLEN RICHTER, CHE IN MORAL (MORALITÀ) SBUGIARDA IL BIGOTTISMO PROVINCIALE. Possiamo sin d’ora affermare che la 40a edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone […]

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ALLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE ARRIVA L’OMBRA DI UN TRONO, RARO FILM DI CARMINE GALLONE, CON LA DIVA SOAVA GALLONE, RITROVATO NELL’ARCHIVIO DI PRAGA.

PROSEGUE LA RISCOPERTA DI ELLEN RICHTER, CHE IN MORAL (MORALITÀ) SBUGIARDA IL BIGOTTISMO PROVINCIALE.

Possiamo sin d’ora affermare che la 40a edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone ci ha fatto conoscere una grande personalità del cinema tedesco degli anni Venti. L’oblio era infatti calato sull’opera di Ellen Richter, un’attrice capace di passare con uguale bravura da un genere all’altro, dotata di un forte magnetismo e capace di bucare lo schermo ad ogni apparizione. Nel film Moral, diretto Willi Wolff nel 1928, in programma oggi, alle ore 21 al Teatro Verdi, è la star di una compagnia teatrale che viene bandita dalla cittadina in cui voleva portare una rivista giudicata troppo piccante dai bacchettoni del posto. Ninon d’Hauteville, questo il nome della soubrette, trova però impiego come insegnante di piano e neanche a dirlo a fare la fila per le sue lezioni sono soprattutto quegli stessi benpensanti che in pubblico ne chiedono l’allontanamento. Per vendicarsi allora Ninon filma di nascosto le loro visite. C’è una sequenza memorabile in cui uno dei clienti chiuso in una toilette distrugge il corpo del reato facendo il filmato a pezzettini e gettandoli ad uno ad uno nel water scaricando ogni volta lo sciacquone. Moral è preceduto da un corto, Die Schönsten Beine von Berlin (le più belle gambe di Berlino) che ci porta in quel mondo della rivista da cui la Richter e il marito Willi Wolff provenivano. L’accompagnamento musicale dal vivo è di Donald Sosin al piano e Frank Bockius alle percussioni.

Di Carmine Gallone, uno dei registi più noti e prolifici del cinema italiano, con una carriera lunghissima che si snoda tra il 1914 e il 1962, le Giornate presentano, alle 10.30 con l’accompagnamento musicale di Gabriel Thibaudeau, un’opera poco nota, L’ombra di un trono, del 1921, che anticipa la rassegna sulla Ruritania dell’anno prossimo. Sotto la denominazione di questo paese immaginario, tra l’Europa centrale e i Balcani, si sviluppò tra gli anni Dieci e Venti del Novecento tutto un genere tra avventura, fiaba, romanticismo, spionaggio e intrighi di corte, influenzato sia dal successo di una letteratura popolare che dall’interesse del pubblico verso le vicende delle case regnanti europee. Protagonista di L’ombra di un trono è Soava Gallone, moglie del regista dal 1911, sua musa negli anni del muto e in seguito attiva collaboratrice.
Anche in questo caso, il lungometraggio è preceduto da un corto della Cineteca del Friuli, Il giglio nero, del 1913, un poliziesco italiano che ebbe una grande distribuzione all’estero.
Per la rassegna sulle Nasty Women da non perdere, alle 14.30, il lungometraggio Phil-For-Short (1919) di Oscar Apfel, con Evelyn Greeley nei panni di una maschietta fuori dagli schemi che si innamora di un misogino. Gli esilaranti dialoghi di questa commedia sono della sceneggiatrice Clara Beranger, già apprezzata nei giorni scorsi per la sceneggiatura di Miss Lulu Bett. Nel programma delle comiche pestifere anche il cortometraggio Le Ménage Dranem (1912) sulle rivoluzionarie conseguenze del femminismo, con Monsieur Dranem che cucina, pulisce e cuce “come un elefante che cerchi di far passare il filo nella cruna di un ago” mentre la sua militante consorte se ne va in giro in pantaloni, fuma la pipa, scola pinte di birra, gioca a carte nel parco e aggredisce il timoroso marito. Accompagnamento al piano di John Sweeney.
Alle 17.30 il programma sulla Corea presenta due titoli di muti nell’età del sonoro. Il primo è un melodramma criminale del 1948, Geomsa-Wa Yeoseonsaeng [Il pubblico ministero e l’insegnante]. Dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale l’industria cinematografica era praticamente a terra non essendoci né strutture né pellicola vergine ed ecco pertanto il ritorno al muto che richiedeva apparecchiature meno complesse. Il commento del film è affidato all’ultimo byeonsa coreano, l’equivalente del narratore benshi giapponese. Il secondo film, Han Seongsimui Him [Il potere della sincerità], del 1935, è un corto prodotto dal dipartimento cinematografico del governatorato generale giapponese della Corea per stimolare i cittadini a pagare le tasse.
I due titoli della rassegna Nasty Women, Phil-For-Short e Le Ménage Dranem fanno parte anche del programma online di oggi, sempre su MYmovies a partire dalle 21 (ora italiana). Negli incontri con l’autore, online dalle 17, sarà Elif Rongen-Kaynakçi dell’EYE Filmmuseum di Amsterdam a presentare il dvd/blu ray di Filibus: The Mysterious Air Pirate (Filibus: Il misterioso aereo pirata), un gioiello che combina thriller, femminismo e steampunk, mentre con Katharina Loew, autrice di Special Effects and German Silent Film si rifletterà su quanto gli effetti speciali abbiano definito il cinema muto tedesco.

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IL CAPOLAVORO DELL’EROTISMO EROTIKON http://www.giornatedelcinemamuto.it/it/il-capolavoro-dellerotismo-erotikon/ Wed, 06 Oct 2021 06:00:13 +0000 http://www.giornatedelcinemamuto.it/?p=21148 IL CAPOLAVORO DELL’EROTISMO EROTIKON EVENTO SPECIALE DI MERCOLEDÌ 6 OTTOBRE ALLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE NEL PROGRAMMA ANCHE LA COMMEDIA “BLACKFACE” HAM AND EGGS AT THE FRONT RISCOPERTA ALLA CINETECA ITALIANA DI MILANO E LA BATTAGLIA DALL’ASTICO AL PIAVE RESTAURATO DALL’UNIVERSITÀ DI UDINE Difficile pensare che oggi la visione di Erotikon possa turbare […]

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IL CAPOLAVORO DELL’EROTISMO EROTIKON EVENTO SPECIALE
DI MERCOLEDÌ 6 OTTOBRE ALLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE

NEL PROGRAMMA ANCHE LA COMMEDIA “BLACKFACE” HAM AND EGGS AT THE FRONT RISCOPERTA ALLA CINETECA ITALIANA DI MILANO E LA BATTAGLIA DALL’ASTICO AL PIAVE RESTAURATO DALL’UNIVERSITÀ DI UDINE

Difficile pensare che oggi la visione di Erotikon possa turbare o scandalizzare qualcuno. Eppure quando uscì nel 1929 rappresentò una rivoluzione e ancora oggi è un capitolo fondamentale del rapporto tra erotismo e cinema.  Firmato da Gustav Machatý, l’enfant terrible del cinema ceco, con la collaborazione non accreditata per la sceneggiatura del poeta Vítěszlav Nezvav, Erotikon – in programma oggi alle ore 21 al Teatro Verdi di Pordenone nell’ambito della 40a edizione delle Giornate del Cinema Muto – coniuga una forma stilisticamente d’avanguardia con una narrazione tradizionale e offre una sintesi delle tendenze artistiche presenti nella cultura europea della fine degli anni Venti, dal modernismo all’art déco al surrealismo. Alla positiva accoglienza critica (quella del pubblico era scontata visto che all’epoca certi temi non erano resi così esplicitamente sullo schermo) contribuì senz’altro la splendida fotografia di Václav Vich: le due famose gocce di pioggia che si uniscono sul vetro della finestra fanno parte della storia del cinema. Anche la scelta degli interpreti si rivelò riuscita, a partire dalla protagonista, Ita Rina, la prima star della cinematografia slovena. Nata a Divaccia, un villaggio vicino a Trieste allora parte dell’impero austro-ungarico, si trasferì con la famiglia a Lubiana allo scoppio della prima guerra mondiale. Appassionata di teatro e di cinema, nonostante il parere contrario della madre, si trasferì a Berlino dove ottenne alcune piccole parti prima dell’incontro fatale con Machatý. Dopo il successo del film, l’attrice ricevette molte proposte da Hollywood che lei declinò, forse anche a causa della contrarietà del marito (si era sposata nel 1931 convertendosi dalla religione cattolica alla serbo-ortodossa). Contrariamente a quanto fece Hedwig Eva Maria Kiesler, la protagonista del successivo film di Machatý, Estasi, del 1932, che non ci pensò due volte a volare in America e cambiare il suo nome in Hedy Lamarr. Dopo Erotikon le fortune cinematografiche di Ita Rina andarono via via scemando e nel 1940 chiuse di fatto con il cinema. Nel dopoguerra cercò di reinserirsi ma nella Repubblica Popolare Socialista di Jugoslavia non c’era spazio per lei. In una lettera che spedì a Tito lamentava la sua emarginazione e rivendicava orgogliosamente i suoi meriti artistici, ma anche in questo caso non riuscì a ottenere granché. L’ultima sua apparizione è del 1960 in un film jugoslavo sceneggiato da Cesare Zavattini, La guerra.
Tornando a Erotikon, da segnalare tra i protagonisti l’italiano Luigi Serventi nel ruolo del marito di Andrea (Ita Rina). Proveniente dal teatro, Serventi dopo aver raggiunto grande popolarità in patria in ruoli romantici accanto alle maggiori dive di quegli anni, nel 1923 si trasferì in Germania dove riuscì a replicare il successo conseguito in Italia. Infine una segnalazione di diritto all’anonima attrice che con una fugace apparizione nei panni (si fa per dire) di un’amante del seduttore di Andrea toglie a Hedy Kiesler /Lamarr il primato di un nudo nel cinema.
La proiezione di Erotikon alle Giornate del Cinema Muto viene accompagnata da una nuova partitura musicale commissionata dalla Slovenska Kinoteka ad Andrej Goričar che dirige l’ensemble Orchestra of the Imaginary di Lubiana.

La mattinata di mercoledì si apre alle 10.30 con due film della rassegna dedicata alle sceneggiatrici americane, oggi Maie B. Havey per il cortometraggio A Sea Mistery, del 1916, e Clara S. Beranger, collaboratrice e moglie di William C. De Mille, che conobbe proprio sul set di Miss Lulu Bett, del 1921, pure in programma.

Nel pomeriggio alle 14.30, dopo un episodio ritrovato della serie Who’s Guilty?, vista quasi integralmente  nell’edizione del 2016, viene proiettato Ham and Eggs at the Front (Due negri al fronte), del 1927, interessante riscoperta della Cineteca Italiana di Milano, dov’è stata ritrovata e poi restaurata quella che ad oggi è l’unica copia esistente del film, scorrettissimo esempio di ‘blackface’ al cinema in cui i protagonisti neri sono attori bianchi truccati. Il film peraltro è ambivalente, perché se da un lato ostenta i più vieti pregiudizi razzisti, dall’altro esalta l’eroismo in combattimento dei due soldati del titolo, soprannominati “Ham” e “Eggs”, nella versione italiana Prosciutto e Ovosodo. Con gli occhi di oggi il film è di una comicità delirante con una Myrna Loy nel ruolo di una seduttrice senegalese. Le scene comiche dei due protagonisti, i caratteristi Tom Wilson e Heinie Conklin, tra le quali spicca la lunga ed esilarante sequenza finale in mongolfiera, si accostano a presagi di morte, come la scena in cui sono perseguitati da due scheletri.

Il pomeriggio si chiude con un importante documento della prima guerra mondiale, La battaglia dall’Astico al Piave prodotto dalla sezione cinematografica del Regio Esercito Italiano che testimonia con immagini anche molto crude gli eventi tra il 14 e il 30 giugno 1918 che decisero la seconda battaglia del Piave. Si vedono, fra gli altri, il volo su Vienna guidato da Gabriele D’Annunzio, la resa degli Austro-Ungarici e l’annuncio della vittoria da parte del Generale Armando Diaz. Il nuovo restauro, che ricostruisce l’edizione italiana del 1918 avvalendosi di più materiali filmici conservati presso collezioni e archivi europei è curato dall’Università di Udine con la collaborazione della Cineteca del Friuli, l’Istituto Luce, il Kinoatelje, la Cineteca di Milano, il Museo Nazionale del Cinema e la Lobster Films, ed è il risultato di un anno di lavoro impiegato nella ricostruzione filologica e nel restauro dei materiali collazionati. Dopo l’anteprima delle Giornate del Cinema Muto il film restaurato sarà in tour a Udine, Roma, Torino e in altre città italiane in occasione delle celebrazioni del centenario del Milite Ignoto.

Il programma online di oggi, come sempre su MYmovies, propone, a partire dalle 21 (ora italiana) il film coreano Il pubblico ministero e l’insegnante (1948), una vera peculiarità essendo un film del secondo dopoguerra, quando il cinema coreano, a causa della scarsità di mezzi, tornò brevemente al muto. Il film è presentato con la voce narrante originale di un byeonsa, l’equivalente coreano del narratore benshi giapponese. Gli incontri con l’autore (dalle ore 17) sono dedicati a due grandi personalità del cinema muto francese e mondiale, Max Linder, in relazione al libro The Rise and Fall of Max Linder: The First Cinema Celebrity di Lisa Stein Haven e Catherine Cormon; e il regista Abel Gance, la cui corrispondenza con Charles Pathé è raccolta in A. Gance, Ch. Pathè Correspondance 1918-1955, a cura di Elodie Tamayo.

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IL VIAGGIO DELLA “SIGNORA DEI MILIONI” DI ELLEN RICHTER http://www.giornatedelcinemamuto.it/it/il-viaggio-della-signora-dei-milioni-di-ellen-richter/ Tue, 05 Oct 2021 06:00:22 +0000 http://www.giornatedelcinemamuto.it/?p=21138 ATTRAVERSA ANCHE TRIESTE, PORTOROSE E PIRANO IL VIAGGIO DELLA “SIGNORA DEI MILIONI” DI ELLEN RICHTER, LA STAR DEL CINEMA DI WEIMAR OGGETTO DI RISCOPERTA IN QUESTI GIORNI ALLE GIORNATE DI PORDENONE. MARTEDÌ 5 OTTOBRE È ANCHE IL GIORNO DI FOOL’S PARADISE DI CECIL B. DEMILLE, ESEMPLARE DIMOSTRAZIONE DELL’IMPORTANTE APPORTO DI DUE SCENEGGIATRICI COME BEULAH MARIE […]

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ATTRAVERSA ANCHE TRIESTE, PORTOROSE E PIRANO IL VIAGGIO DELLA “SIGNORA DEI MILIONI” DI ELLEN RICHTER, LA STAR DEL CINEMA DI WEIMAR OGGETTO DI RISCOPERTA IN QUESTI GIORNI ALLE GIORNATE DI PORDENONE.

MARTEDÌ 5 OTTOBRE È ANCHE IL GIORNO DI FOOL’S PARADISE DI CECIL B. DEMILLE, ESEMPLARE DIMOSTRAZIONE DELL’IMPORTANTE APPORTO DI DUE SCENEGGIATRICI COME BEULAH MARIE DIX E SADA COWAN.

Fra le tante città italiane e dell’Europa centro-balcanica che attraversa la protagonista di Die Frau mit den Millionen (La signora dei milioni) nel corso di un movimentato e periglioso inseguimento, ci sono anche Trieste, Portorose e Pirano. Il film, del 1923, è presentato nell’ambito della retrospettiva che le Giornate del Cinema Muto, in corso a Pordenone fino al 9 ottobre, dedicano alla riscoperta dell’attrice e produttrice ebrea austriaca Ellen Richter. Nel secondo e forse più esemplare dei suoi quattro “Reise und Abenteuerfilme” (film di viaggio e d’avventura), divisi in più parti, Richter dà ampia dimostrazione del suo talento nel ruolo di una principessa armena che vuole liberare il padre prigioniero di un pascià corrotto e dispotico. Benché non vi siano riferimenti espliciti, il ricordo del genocidio armeno del 1915 era ancora ben vivo e molti esponenti della comunità turca di Berlino chiesero la messa al bando del film attribuendogli una distorta descrizione del conflitto turco armeno e il vilipendio di alcuni membri dell’ex dinastia regnante turca. Le relazioni diplomatiche tra Germania e Turchia rischiarono di entrare in crisi e per evitare la rottura si giunse ad un compromesso eliminando dalle didascalie tutte le indicazioni di luoghi geografici dei due paesi e cambiando anche il nome di alcuni personaggi come quello del comico Karl Huszán-Puffy che da Kleptomanides (allusione evidente all’avidità e amoralità del personaggio) fu abbreviato in Manides. Le tre parti di Die Frau mit den Millionen, diretto da Willi Wolff, marito e fedele partner cinematografico di Ellen Richter, vengono proiettate oggi al Teatro Verdi: alle 10.30 le prime due, “Il Furto dei dieci milioni” e “Il principe senza dominio”, e alle 14.30 la terza parte “Kostantinopel-Paris”, titolo rimasto nella copia del Gosfilmofond di Mosca arrivata a Pordenone (l’unica che risulta sopravvissuta), mentre in tutti gli altri paesi fu mutato in “Dagestan-Paris”.

Il racconto di Leonard Merrick “The Laurels and the Lady”, aveva soltanto “suggerito”, come scritto negli annunci pubblicitari e nei titoli dell’epoca, Fool’s Paradise (Paradiso folle) diretto nel 1921 da Cecil B. DeMille, il titolo principale in programma nella serata di martedì, con inizio alle ore 21. In effetti le due sceneggiatrici Beulah Marie Dix e Sada Cowan si dettero un gran daffare per apportare delle variazioni all’opera letteraria e renderla più ricca d’azione e divertente. Una delle modifiche riguarda il luogo della storia, che dal Sudafrica passa in Texas e poi addirittura nel Siam dove la ragazza di cui si è invaghito il protagonista va a studiare le tradizionali danze religiose. Ma la novità maggiore del film è l’umorismo soprattutto delle figure femminili che sono due dive giovanissime: Dorothy Dalton, che in quegli anni poteva permettersi di avere in cartellone il proprio nome davanti a quello di Rodolfo Valentino, e Mildred Harris, che aveva appena divorziato da Charlie Chaplin. Molto giovane ma già popolarissimo è anche il protagonista maschile del film, Conrad Nagel, che sarà tra i fondatori dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences e nel 1940 otterrà anche un Oscar alla carriera.

Nel pomeriggio, alle 17, si conclude l’omaggio all’atleta e attore australiano Reginald “Snowy” Baker. Convinto paladino e sostenitore delle possibilità di sviluppo del cinema australiano che, secondo lui, poteva arrivare al livello dell’industria americana, si recò nel 1919 a Hollywood con l’intenzione di conoscere e reclutare professionisti esperti per i film che intendeva realizzare. Dopo alcuni film in Australia ritornò negli Stati Uniti ma la sua carriera di attore non durò a lungo. In compenso si adattò magnificamente all’ambiente sociale e sportivo di Hollywood diventando socio e dirigente del prestigioso Riviera Country Club di Pasadena e partecipando anche all’organizzazione dei Giochi Olimpici di Los Angeles del 1932. I lungometraggi del programma di oggi sono The Empire Builders e The Sword of Valor, entrambi del 1924. Il primo è un western coloniale ambientato in Sudafrica e il secondo nella Spagna settentrionale e sulla riviera francese (girato però in gran parte nella campagna californiana). In questi due film possiamo ammirare soprattutto la bravura di cavallerizzo di Snowy Baker, che aveva fatto arrivare dall’Australia a Hollywood il suo cavallo preferito, Boomerang the Wonder Horse, che a pieno titolo entra fra i protagonisti di questi film.
 
Fool’s Paradise è al centro anche del programma online di martedì 5 ottobre e si potrà vedere su MYmovies a partire dalle 21 (ora italiana). Alle 17 invece l’appuntamento, sempre online, con le pubblicazioni di cinema. I titoli di oggi sono Effemeridi del film di Mariapia Comand e Andrea Mariani, uno studio sui cosiddetti “ephemera”, documenti (scrapbooks, cigarette cards, fotobuste, figurine, ecc) nati per un uso transitorio di promozione cinematografica, come fonte di storia del cinema; e Behind the Light. The Extraordinary life of Luca Comerio di Matteo Pavesi e Marco Accordi Rickards, l’applied game pubblicato dalla Cineteca Italiana per promuovere e diffondere le proprie collezioni e la propria missione coinvolgendo soprattutto i più giovani nella scoperta dell’avventurosa vita del pioniere del cinema Luca Comerio.

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