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SUSPICIOUS WIVES

SUSPICIOUS WIVES
(Greater Than Love)
John M. Stahl (US 1921)

Suspicious Wives è un melodramma così audace da avere il coraggio di personificare gli elaborati artifici della sua trama. “Il caso è qualche volta un angelo e qualche volta un demone”, si legge in una didascalia, “oppure è sempre un male, che nasconde il suo ghigno dietro la maschera di un’apparenza amabile?” Le coincidenze che separano un marito da sua moglie in questo film sono certamente inverosimili, e il fatto che il film stesso possa prendersi la libertà di attirare l’attenzione sulla propria improbabile vicenda è certamente un omaggio al sagace montaggio alternato di John M. Stahl, e al controllo che egli era in grado di esercitare sul proprio materiale. La sceneggiatura (tratta da un racconto di Robert F. Roden) è attribuita a Paul Bern, ed è arricchita da una serie di didascalie altrettanto elaborate, scritte da Harry Chandlee e William B. Laub. A questi ultimi si deve forse la colta allusione alla teoria del determinismo causale di Pierre-Simon Laplace (il demone del caso).
Stahl diresse questo film per l’American Cinema Corporation. Dopo aver girato tre film con Florence Reed alla Tribune, firmò un contratto con l’ACC per dirigere Mollie King, la popolare diva del serial Mystery of the Double Cross, “in una serie di produzioni speciali”, di cui questa doveva essere la prima.
Suspicious Wives narra di una coppia giovane e ricca che si crogiola nella diffidenza reciproca, fino a quando due equivoci casuali non minacciano di separare veramente marito e moglie. Ciò che mette più duramente alla prova il coraggio dei due (e la credulità del pubblico) sono però le circostanze in cui la coppia si riunisce.
Molly (King), solare rappresentante della buona società, convinta sostenitrice dei bagni “fatti in coppia” e delle feste del weekend che “durano fino a martedì mattina”, accetta la proposta di matrimonio dell’austero James (l’attore teatrale Henry Herbert, normalmente designato come Henry Hebert nei titoli dei film, ma qui denominato H. E. Herbert), nonostante l’offerta, giunta con lieve ma fatale ritardo, del più galante Bob (Rod La Rocque, che pochi anni dopo avrebbe ottenuto il suo primo grande successo in The Ten Commandments, 1923). Una sparatoria a colazione, il giorno delle nozze, è evidentemente di cattivo auspicio e la situazione prende a peggiorare; frattanto, in una trama parallela, introdotta senza spiegazioni, facciamo la conoscenza di Helen (Ethel Grey Terry, oggi ricordata soprattutto per The Penalty, del 1920, con Lon Chaney), che langue in un caseggiato popolare “mentre un’altra donna diventa la padrona di casa!” James sospetta la moglie di una tresca con Bob, mentre Molly, da parte sua, si chiede dove vada il marito tutti i giovedì sera.  Gli spettatori hanno il privilegio di conoscere i segreti di Molly, ma restano loro ignote (almeno in parte) le cause dello sconcertante comportamento di James e della natura della sua relazione con Helen. La misteriosa pistolettata, un incidente stradale, la morte di un bambino e una visione mistica alzano sensibilmente la posta: Suspicious Wives ha molto in comune con altri melodrammi coniugali muti firmati da Stahl, come Husbands and Lovers (1924) e Her Code of Honor (1919), ma l’intreccio tra azione violenta e percezione spirituale (per non parlare della cecità e delle folli corse in macchina), preannuncia già Magnificent Obsession (1935).
Il film fu realizzato, e pubblicizzato con il più magniloquente titolo di Greater Than Love, già nel 1919, ma a causa di una disputa in materia di diritti uscì solo nel 1921, quando il titolo era già stato usato da Fred Niblo. Il nuovo titolo fa pensare a un intreccio più drammatico e adulto, come quelli girati all’epoca da Cecil B. DeMille ed Erich von Stroheim, e questo potrebbe forse rappresentare un esempio di pubblicità ingannevole. Proprio come Molly, Suspicious Wives è meno sconveniente e maligno di quanto sembri, a meno che non abbiate un debole per i falsi indizi narrativi. La pubblicità esaltò il fascino mondano del film, sottolineando che la sfarzosa scena delle nozze era stata girata nella sala da ballo del famoso ristorante Sherry’s a New York. Poco dopo il ristorante si spostò all’Hotel New Netherland, e ciò conferì al film, quando fu distribuito in ritardo rispetto al previsto, un tocco di splendore nostalgico.
Mollie King, attrice ora quasi dimenticata che qui fornisce un’ottima prova da protagonista, aveva recitato a teatro fin da bambina ed era passata al cinema nel 1916, diventando in breve una diva dei serial. Dopo Suspicious Wives, girò un solo altro film con Stahl, Women Men Forget (1920), e abbandonò del tutto la professione di attrice dopo il ruolo da protagonista in Her Majesty (1922) e una parte secondaria in Pied Piper Malone (1924), all’età di 29 anni, diventata ormai moglie e madre. Quasi anticipando questo ritiro nella sfera domestica, Stahl mantiene con sobria riservatezza l’esperienza della maternità di Molly nei limiti di un interludio e di un solo spazio fisico all’interno del set; ne rivela poi solo di riflesso e discretamente le implicazioni sul nucleo drammatico centrale della vicenda. C’è infine una “madre semifolle”, che costituisce a sua volta un elemento essenziale della trama; ma anche lei, insieme alle sgradevoli circostanze della sua vita, rimane in gran parte nascosta alla vista.

Pamela Hutchinson

regia/dir: John M. Stahl.
scen: Paul Bern.
sogg/story: Robert F. Roden.
did/titles: William B. Laub, Harry Chandlee.
photog: Harry Fischbeck.
mont/ed: Harry Chandlee.
cast: H. E. [Henry] Herbert (James Brunton, Jr.), Mollie King (Molly Fairfax), Ethel Grey Terry (Helen Warren), Rod La Rocque (Bob Standing), Gertrude Berkeley (vecchia/The old woman), Frank De Camp (vecchio/The old man), Warren Cook (James Brunton, Sr.).
prod: Trojan Film Corporation.
dist: World Film Corp.
riprese/filmed: 1919 (prod. American Cinema Corporation).
uscita/rel: 01.09.1921.
copia/copy: 35mm, 5798 ft. (orig. 6240 ft.), 65′ (24 fps); did./titles: ENG.
fonte/source: BFI National Archive, London.