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[REKLAMFILM BARNÄNGEN – REPORTAGE FRÅN SOMMARENS STOCKHOLMSUTSTÄLLNING]

[REKLAMFILM BARNÄNGEN – REPORTAGE FRÅN SOMMARENS STOCKHOLMSUTSTÄLLNING]
[Barnängen Commercial – Reportage dall’Esibizione di Stoccolma]
? (SE 1930)

Il tema del desiderio maschile di avere un bell’aspetto è un elemento centrale anche in questa réclame animata di alcuni prodotti per capelli Barnängen destinati agli uomini. Un’anziana coppia si reca al salone da barbiere Barnängen; la moglie aspetta fuori, mentre all’interno una parrucchiera prepara gli arnesi e poi effettua sul marito una modernissima rasatura meccanica. Dapprima applica sul volto del cliente il sapone Parba della Barnängen e gli rade la barba. Poi passa al cranio, spruzzando sulla pelata dell’anziano poche gocce del prodotto Capillo Barnängen; nel giro di pochi secondi la prodigiosa pozione dona al cliente una folta chioma, che viene pettinata all’indietro secondo la moda dell’epoca. (Questo stile, noto come “taglio alla Grande Gatsby”, si ispirava, sembra, al consumismo sempre più intenso dell’America postbellica, quando prodotti come il rasoio elettrico avevano invaso il mercato.) A lavoro finito l’uomo torna dalla moglie, che si ritrae allarmata. Solo quando egli le chiede “Non mi riconosci?”, la donna comprende che si tratta del marito, tanto era rimasta disorientata dal nuovo aspetto di lui. Egli allora addita l’insegna di Barnängen.
Si può ipotizzare che in questo caso sia la moglie la giudice della bellezza e delle acconciature del consorte: ella infatti ne esamina e analizza l’aspetto, forse paragonandolo a ideali cinematografici come Richard Arlen o George O’Brien. Rispetto al filmato pubblicitario Chimpansen rakas (1927), ove la domestica è una figura marginale che compare solo all’inizio, in questo film è la moglie a catalizzare l’azione, giacché è evidente che il marito si è sottoposto alla rasatura per far colpo su di lei.

Veronika Klubertová, Shanice Martin

regia/dir: ?.
sponsor: Barnängen.
prod: ?.
copia/copy: 35mm, 34 m., 1’40” (18 fps); did./titles: SWE.
fonte/source: Svenska Filminstitutet, Stockholm.