fbpx

IL PROGRAMMA DI DOMENICA 7 OTTOBRE

LA CONQUISTA DEL CERVINO ALLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO
NEL PROGRAMMA ANCHE DAS ALTE GESETZ (L’ANTICA LEGGE), CON LA RICOSTRUZIONE DEI VILLAGGI EBRAICI DELLA GALIZIA DI METÀ OTTOCENTO E L’ACCOMPAGNAMENTO DAL VIVO DELLA VIOLINISTA KLEZMER ALICIA SVIGALS

Una delle più affascinanti pagine della storia dell’alpinismo, la conquista del Cervino, ultima vetta delle Alpi rimasta inviolata fino al 1865, rivive sullo schermo – presentato nell’ambito delle Giornate del Cinema Muto alle ore 17 di domenica 7 ottobre al Teatro Verdi di Pordenone – nel film Der Kampf ums Matterhorn (La grande conquista, 1928) per la regia di Mario Bonnard e Nunzio Malasomma. Con la ricostruzione digitale effettuata dagli archivi di Berlino e di Francoforte, le Giornate del Cinema Muto propongono il racconto dell’epica lotta sportiva tra le due spedizioni, italiana e britannica, per la conquista della vetta, con scene di grande realismo e di forte effetto, girate in esterni sul Cervino. Fondamentale a questo riguardo è la figura del protagonista, Luis Trenker, nel ruolo dello scalatore italiano Jean-Antoine Carrel. È a Trenker, nato a Ortisei e morto quasi centenario nel 1990 a Bolzano, guida alpina e provetto sciatore, ufficiale dell’impero absburgico nella prima guerra mondiale e architetto laureato a Graz, che si deve la realizzazione del film. Una vera e propria ossessione, quella per il Cervino, sulla quale ritornerà a più riprese con film e documentari nella sua lunghissima carriera sempre improntata a uno smisurato amore per la montagna e per la natura. Ed è al Cervino che Luis Trenker vuole dedicare l’esordio registico, ma non riesce a ottenere il finanziamento necessario dall’UFA, la principale casa di produzione tedesca dell’epoca. Si rivolge allora a tre piccoli produttori ebrei, Hohenberg, Marcus e Oppenheimer che insieme avevano fondato la Hom-Film. Li convince, e anzi ottiene più del doppio di quanto richiesto, quando fa loro vedere il materiale filmato con la collaborazione del bravissimo cameraman Sepp Allgeier. Unica condizione imposta dai produttori, che nel film compaia una storia d’amore e la supervisione di due registi esperti accanto a Trenker. E fu così che si arrivò a Mario Bonnard e a Nunzio Malasomma.

Rimaniamo nell’ambito del cinema tedesco con il film delle 20.30, Das alte Gesetz (L’antica legge) di Ewald André Dupont, del 1923, un documento importante sulla vita della comunità ebraica nella Galizia di metà Ottocento, in cui lo shtetl non è più il solito e convenzionale luogo sudicio e miserabile ma un tradizionale villaggio rurale. E questo, unitamente alla storia di integrazione e successo di un ebreo contenuta nel film, era un fatto rilevante nella Germania del 1923, quando già cominciava a diffondersi il virus dell’antisemitismo che poco più tardi avrebbe tragicamente colpito anche alcuni dei componenti della troupe e del cast. Abraham Morewski, uno dei giganti del teatro yiddish, che nel film impersona il rabbino, padre del protagonista, fu costretto all’esilio, mentre l’attrice Grete Berger e lo sceneggiatore Paul Reno trovarono la morte nei campi di concentramento nazisti.

Das alte Gesetz conferma la grandezza di Dupont (morto a Hollywood nel 1956), ricordato solo per un film, Varieté, nonostante la sua carriera comprenda molti altri eccellenti lavori. Reduce dal grande successo dello scorso anno, torna alle Giornate per l’accompagnamento musicale la grande violinista klezmer Alicia Svigals, cofondatrice del gruppo newyorkese dei Klezmatics, già vincitori del Grammy Award, il più prestigioso premio internazionale per la musica. A Pordenone saranno con lei Donald Sosin al pianoforte, Romano Todesco al contrabbasso e Frank Bockius alle percussioni. 

Il programma della giornata di domenica inizia alle 9 con i primi due film della serie dedicata ad Abraham Lincoln diretta da John Stahl. Concepita in dieci episodi di cui due definitivamente perduti, è oggi consideratala la più antica opera di Stahl a noi pervenuta, sebbene all’epoca il suo nome non fosse stato accreditato, schiacciato dalla fama e dalla potenza di Benjamin Chapin che firmò come protagonista, regista, sceneggiatore e produttore.

Alle 10, per il ciclo dedicato a Balzac, L’Auberge rouge (L’albergo rosso, 1923) di Jean Epstein, uno dei principali esponenti delle avanguardie degli anni Venti. Epstein in questo film esplora la possibilità di esprimere manifestazioni psicologiche tramite il montaggio e l’uso dei primi piani. La scelta di Balzac per mettere in atto le teorie cinematografiche enunciate da Epstein non è casuale perché, come nota la critica, “lo sguardo acuto e penetrante dell’osservatore-narratore balzachiano ispira l’obiettivo inquisitore della macchina da presa di Epstein.

Sempre di Stahl in programma a fine mattinata c’è Sowing the Wind (Seminare vento) uscito nell’aprile del 1921, il secondo dei 14 film di Stahl con il produttore Louis B. Mayer. Il film dalla trama piuttosto contorta e stereotipata, fu tuttavia elogiato da Variety che lo definì un dramma dedicato al tema del sesso trattato con delicatezza e buon gusto e realizzato con uno splendido montaggio.

Nel pomeriggio, alle 14.30, torna uno degli appuntamenti più attesi del pubblico di Pordenone, A colpi di note, che porta alla ribalta i giovanissimi musicisti delle scuole secondarie di primo grado Pier Paolo Pasolini e Centro Storico di Pordenone. Dopo un corso teorico a Cinemazero, i ragazzi hanno scelto due corti di Buster Keaton, The Scarecrow del 1920 e The Paleface del 1922 per comporre una partitura con rielaborazioni di grandi musicisti e citazioni popolari adatte a connotare il contesto narrativo dei film.

Tra musica, cinema e teatro si colloca anche l’altro evento pomeridiano, alle 15.45, Winsor and Gertie, uno spettacolo di Donald Crafton di circa 45 minuti che ricostruisce tramite i documenti d’archivio e le copie dei film depositate prima alla Cinémathèque québécoise e oggi presso la Library and Archives of Canada a Ottawa, l’allestimento teatrale originale del 1914. Winsor McCay era il celebre vignettista del New York Herald, padre del dinosauro Gertie e di tanti disegni animati. Lo interpreta sulla scena Anthony Lawton e John Kaufmann è suo figlio Robert. Le musiche dello spettacolo sono di Gabriel Thibaudeau, eseguite dall’autore al pianoforte, con Günter Buchwald al violino, Frank Bockius alle percussioni e Cristina Nadal al violoncello. 

Chiude la giornata alle 23 The Mating Call (Il nuovo amore, 1928) di James Cruze, per la rassegna omaggio a Kevin Brownlow e al 50° anniversario del suo libro dedicato al cinema muto The Parade’s Gone By. Prodotto da Howard Hughes, imprenditore, aviatore, uno degli uomini più ricchi d’America fra gli anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso, alla cui figura si ispirò Martin Scorsese per il film The Aviator, The Mating Call è la sorprendente descrizione della storia di un assassinio avvenuto in una cittadina e in cui è coinvolto il Ku Klux Klan. Questo tema suscitò aspre controversie; all’epoca questa organizzazione era giunta ad avere ben quattro milioni di aderenti. È ammirevole il coraggio di Howard Hughes nel denunciare con questo film come il virus del Klan si fosse infiltrato in tutti i settori della società americana. E può essere anche interessante affiancare alla visione di questo film quella di BlacKkKlansman di Spike Lee in programma in questi giorni in tutti i cinema. Ritroviamo come regista di The Mating Call James Cruze di cui era ieri in programma alle Giornate The Covered Wagon. Cruze è uno dei talenti maggiori dell’epoca del muto. Di origine danese, cresciuto in una famiglia mormone dello Utah, fu attore pionieristico e regista estremamente prolifico, dalla velocità realizzativa ed efficienza leggendarie.

Le Giornate del Cinema Muto 2018 sono promosse da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Direzione Generale Cinema, Comune di Pordenone, Camera di Commercio di Pordenone e Fondazione Friuli, con la partecipazione di PromoTurismo FVG, Città di Sacile, Rotary Club Sacile Centenario, Piano FVG, Pordenone Fiere, Crédit Agricole FriulAdria.