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Desmet Collection 2018

Desmet Collection 2018
I vicini
a cura di Elif Rongen-Kaynakçi

I vicini
Alcuni temi sono veramente eterni e universalmente riconoscibili. Si attribuisce a Benjamin Franklin l’aforisma “Ama il tuo vicino, ma non abbattere la tua siepe”. Nella poesia “Mending Wall” (Riparando un muro), pubblicata nel 1914, Robert Frost scrive “Buon steccato fa buon vicinato” (Franklin scherzava, Frost era amaramente ironico). Molti dei film presentati nella nostra selezione interpretano queste parole in senso estremamente letterale.
In gran parte (tranne Park Your Car, i cui protagonisti sono dei vicini che vanno tanto amorosamente d’accordo, da decidere di effettuare un investimento comune per comprare insieme un’automobile) questi film trattano il notissimo tema delle irritanti esperienze di vicinato: il chiasso, il disordine, o semplicemente il carattere sgradevole di chi abita vicino a noi. Non manca neppure, naturalmente, il classico tema della “storia d’amore con il ragazzo o la ragazza della porta accanto”.
Un aspetto notevole della selezione di quest’anno è che quasi tutti i film si risolvono in situazioni comiche, benché di svariata natura. La musica, poi, rappresenta una specie di tema di fondo: in tre casi, lo spunto di partenza è la situazione di chi si trova, suo malgrado, ad ascoltare il vicino che suona uno strumento musicale. Una situazione che, tra l’altro, ci offre una vivace testimonianza della stabile e funzionale presenza della musica (ad alto volume) agli albori del cinema muto.
Dal punto di vista visivo, è interessante notare che il tema dei rapporti tra vicini sembra ispirare una tecnica di fotografia universalmente accettata: in molti di questi film la macchina da presa effettua panoramiche dall’alto in basso, o da destra a sinistra, oppure l’inquadratura è suddivisa verticalmente (e qualche volta orizzontalmente), per mostrarci simultaneamente i vicini dalle due parti della siepe di un giardino o di un balcone, oppure in due appartamenti, o addirittura ai diversi piani di un edificio.
Parecchi altri film che rientrerebbero nel nostro argomento sono rimasti esclusi quest’anno poiché erano già stati proiettati in edizioni precedenti: per esempio Le acque miracolose (1914), in cui Gigetta Morano rimane incinta con lo speciale “aiuto” del vicino del piano di sopra, che (guarda caso) è anche il suo medico, e Cunégonde trop curieuse (1912), in cui la protagonista spia costantemente i vicini, conducendo tutti alla follia.

Elif Rongen-Kaynakçi

 

MES VOISINS FONT DANSER (28mm Pathé-Kok: Repos Impossible) (US: Noisy Neighbors; GB: My Neighbours Are Giving a Dance) (FR 1908)
regia/dir: Max Linder? Louis Gasnier? cast: Max Linder. prod, dist: Pathé Frères. uscita/rel: 06/1908. copia/copy: 35mm, 61.60 m. (orig. 70 m.), 3’04” (18 fps); senza didascalie/no intertitles. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam. Preservazione effettuata nel 2000 dall’Immagine Ritrovata a partire da un Pathé-Kok 28mm gonfiato a 35. / Preserved in 2000 at the Immagine Ritrovata laboratory from a 28mm positive Pathé-Kok film print, blown up to 35mm.

Max, afflitto da un terribile mal di testa, cerca di riposare, ma nell’appartamento di sopra è in corso una festa affollata, con musiche e canti intonati a volume altissimo. Disperato, Max si mette a battere sul soffitto per convincere i fracassoni a smetterla, ma per tutta risposta costoro cominciano a pestare i piedi sul pavimento, che alla fine crolla nell’appartamento di Max.
La copia è l’ingrandimento dell’edizione Pathé-Kok a 28mm, e di conseguenza reca il titolo della riedizione, Repos impossible. Come molti film dedicati ai rapporti tra vicini che abitano ai due piani successivi di un edificio, anche questo cortometraggio comico contiene una panoramica che ci rivela gli abitanti del piano di sopra, i quali alla fine precipitano, in una spettacolare catastrofe, nella stanza da letto di Max. Secondo Raymond Chirat ed Éric Le Roy, il film è diretto da Louis Gasnier o forse dallo stesso Max Linder. Max has a splitting headache and tries to take a rest. However, his upstairs neighbours are having a crowded party, complete with loud music and singing. Max is desperate and bangs on the ceiling for them to stop, but instead they all start stamping on the floor, bringing the ceiling crashing down in Max’s apartment.
The print is a blow-up from the 28mm Pathé-Kok release, and as such carries the re-release title Repos impossible. Like many upstairs-downstairs neighbour films, this comic short contains a pan movement to reveal the neighbours upstairs, who at the end of the film spectacularly tumble down into Max’s bedroom. According to Raymond Chirat and Éric Le Roy, the film is directed either by Louis Gasnier or Max Linder himself.

Elif Rongen-Kaynakçi

 

LES BOTTINES DU COLONEL (FR 1910)
regia/dir: ? scen: M. Lamsoon [Eugène Salomon]. cast: M. Grégoire (Colonel Ronchon), M. Tramont (Paul), Mlle. [Hélène] Maïa (Jeanne), M. [René] Bussy (orderly). prod: Éclair A.C.A.D. copia/copy: 35mm, 182.70 m. (orig. 205 m.), 8’58” (18 fps), col. (imbibito/tinted); did./titles: FRA; titolo di testa mancante/main title missing. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam (Desmet Collection). Preserved in 1991 at Haghefilm from an internegative.

Paul è innamorato della ragazza della porta accanto, Jeanne, figlia del colonnello Ronchon. I due comunicano attraverso i balconi adiacenti, ma un giorno, per errore, Paul lascia cadere un biglietto negli stivali del colonnello, lasciati a prendere aria. Egli avverte Jeanne, e gli innamorati fanno ogni sforzo per spostare gli stivali del colonnello e recuperare il biglietto prima che questi lo noti.
Nei titoli gli attori sono menzionati solo con il cognome e con l’indicazione della compagnia teatrale di cui facevano parte all’epoca. Due di essi, a quanto sembra, caddero al fronte nella prima guerra mondiale: M. Grégoire, del Théâtre Cluny, che interpreta il colonnello Ronchon, e Tramont (non l’attore Émile Tramont ma un altro, che usava solo il cognome), la cui morte sul campo di battaglia nel 1916 è confermata da un tardivo necrologio pubblicato nel 1918 su Les Annales du théâtre et de la musique.

Elif Rongen-Kaynakçi

 

THE LITTLE BOYS NEXT DOOR (Twee kleine nietsnutters) (GB 1911)
regia/dir: Percy Stow. prod: Clarendon Film Co. copia/copy: 35mm, 341 ft., 5′ (18 fps); senza didascalie/no intertitles. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam (Desmet Collection).

Questo film britannico, conservato nella collezione Desmet, è sempre stato identificato con Two Naughty Boys di James Williamson. Più o meno nello stesso periodo furono girate molte comiche che vedevano protagonisti, in una varietà di semplici scenari, piccoli discoli, generalmente impegnati nel genere di misfatti allegramente anarchici perpetrati dai bambini. È un genere che rimase popolare nel primo decennio del Novecento e poco oltre, le cui origini si possono far risalire a L’Arroseur arrosé dei fratelli Lumière (1895), ove un ragazzo gioca uno scherzo a un giardiniere montando sul tubo per annaffiare e bloccando il getto d’acqua, che sblocca poi all’improvviso quando la vittima sbircia nel tubo per scoprire la causa dell’inconveniente.
In questo film, due ragazzini scorrazzano in un salotto, gettandosi sotto mobili e tappeti per sfuggire all’ira di un adulto; la scena si sposta poi in giardino, dove il tentativo dei due di recuperare un volano sfocia in un epico combattimento a colpi di tubo per annaffiare. Il confronto tra l’età dei due ragazzini e quella dei due protagonisti del precedente film di Williamson del 1905 Our Errand Boy (i suoi due figli Tom e Stuart), mi induce a credere che questa possa essere una produzione Clarendon Film del 1911, The Little Boys Next Door. I due interpreti sono assai più piccoli di statura e di età; la trama è inoltre coerente allo stile anarcoide di Percy Stow, e la trama esposta nella sinossi coeva corrisponde in maniera soddisfacente.

Bryony Dixon

 

TOTÒ SENZ’ACQUA (Toto sans eau / US: Toto Without Water) (IT 1911)
regia/dir, scen: Emilio Vardannes. cast: Emilio Vardannes. prod: Itala Film. uscita/rel: 09.08.1911. copia/copy: 35mm, 140.70 m. (orig. 151 m.), 5’08” (24 fps); did./titles: FRA. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam. Preservazione/Preserved: 1991, Haghefilm.

Nel palazzo ove abita Totò viene sospesa l’erogazione dell’acqua, ed egli si offre volontario per recarsi all’azienda idrica a chiedere spiegazioni. Quando ci arriva il suo appartamento comincia però ad allagarsi, perché ha dimenticato di chiudere il rubinetto e nel frattempo il tubo è stato riparato. Per fortuna i vicini riescono a telefonargli e a farlo ritornare a casa il più presto possibile.
Émile (o Emilio) Vardannes (il cui vero nome era Antonin Bénevént, 1868? – 1951) fu un attore francese che esordì nel cinema in Italia nel 1909. Nel 1911 l’Itala Film di Torino lo scelse per la serie di Totò, in cui è spesso accreditato come regista, sceneggiatore e protagonista. Giunse rapidamente alla popolarità internazionale: Moving Picture World (11 agosto 1911) commentò così Toto Without Water: “Totò è un beniamino del pubblico e le buffonerie a cui si abbandona in questo film non diminuiranno affatto la sua popolarità”. Nel 1912 Vardannes passò alla Milano-Films, per cui interpretò la serie di “Bonifacio” fino al 1913, continuando poi un’intensa carriera, ricca di ruoli drammatici (Annibale in Cabiria) e comici, che si protrasse fino all’epoca del sonoro. Questo film fu distribuito dapprima in Francia, nel 1911, con il  titolo Toto sans eau, e una seconda volta nel 1914 quando, secondo Aldo Bernardini e Vittorio Martinelli (Il Cinema Muto Italiano. 1911), fu sottoposto a un nuovo montaggio.

Elif Rongen-Kaynakçi

 

WHEN MARY GREW UP (Een meisje dat een jongen had moeten zijn) (US 1913)
regia/dir: James Young. cast: Clara Kimball Young (Mary [Dutch print: Marie]), E.K. Lincoln (John Benson [Dutch print: Johan Hammond]), Flora Finch (la domestica/the maid), Julia Swayne Gordon (la zia/Mary’s aunt), Wally Van (il ragazzo del droghiere/grocer’s boy), Max Koster? (poliziotto/policeman), James Young? (autista adirato/irate driver?). prod, dist: Vitagraph. uscita/rel: 28.01.1913. copia/copy: 35mm, 958 ft. (292 m.; orig. 1000 ft.), 14′ (18 fps), col. (imbibito/tinted); did./titles: NLD. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam (Desmet Collection). Preservazione effettuata nel 1992 presso Haghefilm da un internegativo./ Preserved in 1992 at Haghefilm from an internegative.

Mary è un’adolescente scatenata la cui turbolenza conduce all’esasperazione la zia che dovrebbe badare a lei. Quando la domestica la chiude a chiave nella sua stanza, Mary indossa abiti da ragazzo e si cala dalla finestra. Non tarda a cacciarsi nei guai, poiché viene scoperta dal vicino John Benson mentre gli sta rubando le mele. L’atteggiamento dell’uomo muta subito, quando scopre che sotto l’abbigliamento maschile si nasconde una bella ragazza; Mary asseconda le sue galanterie, ma chiaramente alle proprie condizioni.
“Se tutte le comiche fossero graziose come When Mary Grew Up, il mestiere del critico sarebbe un’autentica gioia”, fu l’entusiastico commento del recensore di New York Dramatic Mirror (5 febbraio 1913); ben pochi contesterebbero quest’opinione, giacché il film è veramente delizioso (non veniva proiettato alle Giornate dal 1987). Sarebbe stato altrettanto logico inserirlo nel programma “Nasty Women” dell’anno scorso, perché la Mary di Clara Kimball Young è esattamente il tipo di incantevole piccola furia la cui ostinata ricerca di immediata gratificazione non conosce alcun limite. When Mary Grew Up è un’ulteriore prova della perfetta tempistica comica dell’allora ventitreenne Kimball Young. Sotto la guida di Lewis J. Selznick ella sarebbe diventata un’importante attrice drammatica, ma non si può trattenere un senso di rimpianto per il fatto che anche lei, come Norma Talmadge, sia stata spinta a mettere da parte la risata a favore del d-r-a-m-m-a. Come scrisse Moving Picture World (8 febbraio 1913), “In questa brillante commedia non c’è un attimo di noia”.
Si notino i gagliardetti delle varie scuole che adornano la stanza di Mary, e che testimoniano tutti del suo forte e convinto senso di solidarietà femminile. Ci sono quelli del Belmont College for Young Women di Nashville nel Tennessee (che proprio in quell’anno si fuse con una scuola vicina per diventare il Ward-Belmont College); della Western High School, fondata nel 1844, che oggi è la più antica scuola secondaria superiore pubblica femminile esistente negli Stati Uniti; e dell’Agnes Scott College, istituto femminile di istruzione superiore fondato nel 1889 a Decatur, in Georgia.

Jay Weissberg

 

GONTRAN ET LA VOISINE INCONNUE (Gontran en zijn onbekende buurvrouw) (FR 1913)
regia/dir: ?. cast: René Gréhan. prod, dist: Éclair. copia/copy: 35mm, 167 m. (orig. 202 m.), 8’22” (18 fps), col. (imbibito/tinted); did./titles: NLD. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam (Desmet Collection).  Preservazione effettuata nel 1990 presso Haghefilm da un internegativo. / Preserved in 1990 at Haghefilm from an internegative.

Gontran (René Gréhan) è talmente ossessionato dalla passione per il pianoforte, da giungere a trascurare la moglie Arlette (o Alida, secondo le didascalie olandesi). Ella trasloca allora in una casa nei pressi, da cui i suoni giungono senza difficoltà, e comincia a prendere lezioni di piano. Gontran, stregato dalla musica, inizia a corteggiare la misteriosa vicina, così ricca di talento, attraverso lo steccato del giardino, con grande soddisfazione di lei.
Gréhan (di cui non conosciamo le date di nascita e di morte) fu agli inizi del Novecento, da quanto risulta, un attore teatrale assai prolifico,  attivo su diversi palcoscenici, tra cui il Grand Guignol, “ove ogni sera passava cinque o sei volte dai ruoli tragici a quelli comici, sempre con la stessa disinvoltura” (secondo Film-Revue, n. 13, 1913). Assunto dalla Pathé già nel 1906, passò poi alla Éclair per interpretare il personaggio comico di Gontran tra il 1910 e il 1913, quando fu paragonato a Max Linder: “Nell’interpretazione di Gréhan … Gontran è un tipo di borghese ansioso e assai sicuro di sé, non troppo diverso da Max; la sua recitazione forbita e i lineamenti del volto (grandi occhi, scriminatura centrale, baffetti sottili) ricordano veramente Linder” (Richard Abel, The Ciné Goes to Town: French Cinema, 1896-1914). Negli Stati Uniti, la serie fu distribuita in un primo tempo usando il nome “Gontran”, che però tra il 1913 e il 1914 fu sostituito da “Nutty”.

Elif Rongen-Kaynakçi

 

LA VENGEANCE DU SERGENT DE VILLE (De Wraak van den politie-agent) (FR 1913)
regia/dir: Louis Feuillade. cast: Paul Manson (Monsieur Brême [Dutch print: Brasem], il proprietario/apartment owner), André Luguet (suo figlio/his son), Yvette Andreyor (sua nuora/his daughter-in-law Marcelle), Louis Leubas (poliziotto/the policeman), Renée Carl. prod, dist: Gaumont. uscita/rel: 31.01.1913. copia/copy: 35mm, 255 m. (orig. 265 m.), 13’33” (16 fps), col. (imbibito/tinted); did./titles: NLD. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam. Preservazione effettuata nel 1991 presso Haghefilm. /Preserved in 1991 at Haghefilm.

Una coppia di sposi novelli va ad abitare accanto all’appartamento di un poliziotto (Louis Leubas) che si diletta di suonare il corno nei momenti più impensati. Ciò mette a dura prova i nervi di tutti, e in particolare della giovane sposa (Yvette Andreyor), che il rumore ben presto rende isterica. Il medico le prescrive una terapia singolare: bisogna fornirle un sostituto del poliziotto che ella possa torturare a suo piacimento (per un massimo di otto giorni). La famiglia le procura un pupazzo a grandezza naturale, che è la perfetta riproduzione del vicino. La cura dà ottimi risultati, e la salute della signora Brasem migliora. Incuriosito dal fatto che la giovane non si lamenti più, il vicino cerca di scoprirne le ragioni, pratica un foro nel muro, vede il pupazzo e decide di prenderne il posto. Benché sembri mancare degli ultimi metri di pellicola, questo rimane un film da vedere assolutamente, poiché rappresenta uno degli esempi più bizzarri di variazione sul tema dei “vicini”. Alcune fonti segnalano, tra i membri del cast, anche Suzanne Grandais, ma è difficile stabilire donde traggano quest’informazione, e nel film ella non appare affatto.

Elif Rongen-Kaynakçi

 

PARK YOUR CAR (Auto-manieakken) (US 1920)
regia/dir: Alf Goulding. scen: Hal Roach. cast: Harry [“Snub”] Pollard, Marie Mosquini, Hughey Mack, Sunshine Sammy Morrison, Ernie Morrison Sr., Sammy Brooks, Earl Mohan, Vera White. prod: Hal Roach, Rolin Film Co. dist: Pathé Exchange. uscita/rel: 19.12.1920. copia/copy: 35mm, 853 ft. (260 m.; orig. 1 rl.), 8’57” (24 fps); did./titles: NLD. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam (Zaalberg Collection). Preservazione: 2008, presso Haghefilm./Preserved in 2008 at Haghefilm.

Qualche volta i vicini vanno d’amore e d’accordo, come avviene in Park Your Car. Qui il problema insorge quando Snub Pollard e Hughey Mack comprano un’automobile in società per risparmiare denaro: ma il veicolo non è proprio quello che si aspettavano.
Snub Pollard (1889-1962) è ancor oggi uno dei volti più riconoscibili del cinema comico muto. Sullo schermo impersonava di solito una figura di goffo scioccone con lunghi baffi spioventi alla Fu Manchu. Non però in Park Your Car. Questo cortometraggio è un raro esempio del breve  periodo in cui, nel 1920, il produttore Hal Roach decise di cambiare il look di Snub. Visto il grande successo ottenuto con il passaggio di Harold Lloyd dal grottesco personaggio di Lonesome Luke a quello del giovanotto qualunque con gli occhiali, Roach pensò di ripetere la stessa mossa con Pollard. Il problema era che i film di Pollard consistevano di girandole di gag il cui unico scopo era di strappare risate a tutti i costi, nella tradizione di Mack Sennett, e senza i mustacchi Snub passava inosservato. Così, dopo alcune apparizioni con il volto rasato in film come Cash Customers e The Morning After (entrambi del 1920), Pollard tornò a esibire i suoi baffoni.
Pollard, che proveniva da una  compagnia teatrale composta da bambini, l’australiana Pollard’s Lilliputians, iniziò la carriera cinematografica nel 1913, prima alla Universal e poi alla Essanay, ove entrò in contatto con Hal Roach. Quando quest’ultimo fondò la propria casa di produzione, Snub fu ingaggiato come spalla della star comica, Harold Lloyd. Nel 1919 gli fu affidata, come protagonista, una serie di film da un rullo, e negli anni Venti fu una star della Roach and Weiss Brothers Artclass Pictures.
Nelle sue comiche Snub ricorreva sempre largamente all’aiuto degli amici, e in Park Your Car troviamo la sua consueta partner Marie Mosquini. Il suo corpulento compagno è Hughey Mack, già valoroso membro della Vitagraph Company, che in seguito avrebbe interpretato parti di rincalzo in vari lungometraggi e sarebbe diventato un attore prediletto del regista Erich von Stroheim in film come Greed (1923), The Merry Widow (1925) e The Wedding March (1927).

Steve Massa