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CAPTAIN BLOOD

CAPTAIN BLOOD
(Capitan Blood)
David Smith (US 1924)

Una delle più grandi storie di pirati mai scritte è uscita dalla penna dell’uomo che fu soprannominato “un moderno Dumas”, Rafael Sabatini. Nato in Italia nel 1875, scelse di vivere in Inghilterra, paese che considerava “la terra delle storie”. Scrisse 31 romanzi, ma la sua fama è affidata soprattutto a tre di essi, Scaramouche, The Sea Hawk e Captain Blood, da ciascuno dei quali furono tratti film muti di grande successo.
I diritti di Captain Blood vennero acquistati dalla Vitagraph per 30.000 dollari. Il presidente della società, Albert E. Smith, comunicò ai suoi dipendenti che il film sarebbe stato “uno splendido e incalzante melodramma, gradito a qualsiasi pubblico dai gusti forti”.
La trama è collocata nel 1685, durante il regno di Giacomo II, allorché un giovane medico irlandese di nome Peter Blood viene deportato come schiavo alle Barbados. Assieme all’amico Jeremy Pitt egli è acquistato dal colonnello Bishop, su richiesta della nipote di questi, Arabella. Con altri schiavi, Blood si impadronisce di un galeone spagnolo e diventa il terrore dei corsari dei Caraibi, fino a quando non viene nominato ufficiale nella Royal Navy. Sgomina i francesi a Port Royal, viene ricompensato con la nomina a governatore della Giamaica e sposa Arabella (sinossi dal catalogo AFI).
Rodolfo Valentino era il favorito per il ruolo del protagonista. In un sondaggio tra i redattori cinematografici dei quotidiani, 113 votarono per Valentino, 110 per Fairbanks e 64 per Kerrigan. “Jack” Kerrigan era stato un pioniere: dal suo esordio nel 1910 aveva interpretato quasi 300 film – per lo più a uno o due rulli – giungendo all’apice della carriera con The Covered Wagon; Captain Blood fu però il suo ultimo ruolo importante. Al momento del suo “ritiro” aveva appena 35 anni; visse per altri 23.
La Vitagraph era stata fondata da due inglesi, J. Stuart Blackton e Albert E. Smith. Nati entrambi nel 1875, i due  erano emigrati a New York negli anni Ottanta. Furono attirati dal cinema, in cui vedevano un mezzo per arricchire il proprio spettacolo di vaudeville. Insieme a un nuovo socio in affari, William T. “Pop” Rock, fondarono la Vitagraph Company of America per produrre autonomamente i propri film. La società divenne ben presto la compagnia cinematografica di maggior successo nel mondo: produceva un cortometraggio al giorno e un lungometraggio alla settimana. Non riuscì però a mantenere questo ritmo e negli anni Venti, visto il diminuire dell’attività, varare la produzione più ambiziosa che la società avesse mai tentato fu un’iniziativa assai coraggiosa, se non addirittura temeraria, dal momento che il film prevedeva persino battaglie navali.
La Vitagraph cercò dapprima di noleggiare le quattro grandi navi usate dalla First National per The Sea Hawk, ma se le vide rifiutare. Acquistò allora due navi a vele quadre per 7.000 dollari ciascuna, e una terza fu noleggiata da Charles Ray, che la stava utilizzando per il suo Courtship of Miles Standish. Per il resto furono impiegati modelli in miniatura, ripresi in una grande vasca dall’acqua poco profonda, che si muovevano lungo i binari di un trenino giocattolo posati sul fondo.
La battaglia più importante doveva concludersi  con una grande esplosione. Federico Magni ha scoperto che gli esperti  di esplosivi erano Mark M. Peebles e Carlos Hernandez. Secondo Albert Smith, costoro caricarono sulla nave un quantitativo eccessivo di dinamite, e le immagini dell’esplosione risultarono confuse e incomprensibili: fu necessario far saltare per aria una seconda nave.
La Vitagraph era una ditta a conduzione familiare, in cui lavorava un folto numero di persone di nome Smith. Secondo Bessie Love, se uno avesse chiamato dalla finestra “Ehi, signor Smith!”  si sarebbero voltati in diciassette! David Smith fu nominato regista, ma le dimensioni della produzione erano talmente superiori alle sue forze che in qualche occasione Albert dovette subentrargli.
Il film fu montato da Albert Jordan che, col nome di Bert Jordan, avrebbe curato il montaggio di molte comiche di Laurel e Hardy. Era stato uno dei montatori di Intolerance (1916).
Lo storico Anthony Slide riferisce che, la sera della prima, Adolph Zukor (presidente della Paramount e vecchio nemico di Albert Smith) offrì un sontuoso banchetto ai più importanti critici cinematografici newyorkesi. Ciascuno di essi ricevette in dono un costoso orologio da polso, e Zukor dichiarò che non si sarebbe sentito offeso se avessero concluso che Captain Blood era un film orrendo. Le recensioni, però, furono in gran parte positive.
“La Vitagraph ha realizzato la sua opera più ambiziosa” scrisse Motion Picture Classic. “C’è azione in abbondanza, la caratterizzazione è indovinata, e gli episodi, vigorosamente melodrammatici, sono tratteggiati con scrupolosa attenzione per il colore e l’atmosfera”.
Motion Picture Magazine: “Questo film, ampiamente pubblicizzato, è del tutto all’altezza delle spropositate lodi che gli hanno tributato i suoi promotori… La scena culminante della grande battaglia in cui le navi si affiancano, i cannoni sputano polvere, fumo e fiamme e gli uomini scavalcano i parapetti per combattere corpo a corpo è una delle sequenze più emozionanti mai colte da una macchina da presa”.
Un appassionato di cinema inglese, Leslie Wilkinson, nel suo diario giudicò il film buono ma non ottimo: “La trama e l’azione sono soffocate dai costumi. Vi sono alcune buone scene navali, ma l’azione si snoda troppo lentamente. La recitazione è appena sufficiente e  J. Warren Kerrigan non ha un grande  fascino.”
Questo fu forse il film più costoso della Vitagraph ma, ironicamente, fu anche il più redditizio (incassò 600.000 dollari già nei primi sei mesi di proiezione). La società girò per il mercato britannico una scena conclusiva speciale, in cui la Union Jack viene recuperata dall’Arabella dopo che la poppa si è inabissata in mare. L’ufficio di Londra distribuì il film in 1.239 sale di tutto il paese, ove incassò oltre 50.000 sterline.
Ma per la Vitagraph era ormai troppo tardi. Captain Blood fu la sua ultima grande produzione, prima che la società venisse venduta alla Warner Bros. nel 1925. Per buona misura i Warner acquisirono anche la First National, e circa un decennio più tardi realizzarono nuove versioni sia di Captain Blood che di The Sea Hawk, con protagonista Errol Flynn.

Kevin Brownlow

regia/dir: David Smith.
scen: Jay Pilcher; dal romanzo di/based on the novel by Rafael Sabatini (Captain Blood, His Odyssey, 1922).
photog: Steve Smith Jr., ASC.
mont/ed: Albert Jordan.
scg/des: Al Herman.
asst dir: William T. Dagwell.
research: Philip Goodfriend.
cast: J. Warren Kerrigan (Captain Blood), Jean Paige (Arabella Bishop), Charlotte Merriam (Mary Traill), James Morrison (Jeremy Pitt), Allan Forrest (Lord Julian Wade), Bertram Grassby (Don Diego), Otis Harlan (Corliss), Jack Curtis (Wolverstone), Wilfred North (Colonel Bishop), Otto Matiesen (Lord Jeffreys), Robert Bolder (Admiral Van Der Kuylen), Templar Saxe (Governor Steed), Henry Barrows (Lord Willoughby), Boyd Irwin (Levasseur), Henry Hebert (Captain Hobart), Miles McCarthy (Captain Caverly), Tom McGuire (Farmer Baynes), Frank Whitson (Baron de Rivarol), Helen Howard (Mistress Baynes), Robert Milash (Kent), William Eugene (Don Esteban), George  Williams (Major Mallard), Omar Whitehead (Don Miguel), Muriel Paull (Mlle. d’Ogeron), George Lewis (Henri d’Ogeron).
prod: Vitagraph Corporation of America, pres. Albert E. Smith.
uscita/rel: 21.09.1924.
copia/copy: 35mm, 8232 ft. (orig. 10,680 ft.), 122′ (18 fps); did./titles: ENG.
fonte/source: Library of Congress Packard Center for Audio-Visual Conservation, Culpeper, VA.