LA DIXIÈME SYMPHONIE DI ABEL GANCE

LE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE
LUNEDÌ 3 OTTOBRE

LA DIXIÈME SYMPHONIE, DI ABEL GANCE
UNO DEI CINEASTI PIÙ GENIALI E POTENTI, NON SOLO DEL MUTO.

In programma anche il documentario di Jean Epstein La montagne infidèle, del 1923,
con le riprese molto ravvicinate dell’eruzione dell’Etna

Abel Gance è una leggenda della storia del cinema: regista, sceneggiatore, attore, teorico, montatore e produttore cinematografico, fu attivo per più di mezzo secolo, vivendo da protagonista sia la stagione del muto che quella del sonoro. Prima del monumentale Napoleon, il suo capolavoro (indimenticabile la proiezione alle Giornate del 2001) era già considerato uno dei più geniali innovatori della nuova arte e contribuì con Louis Delluc, Germaine Dulac e Jean Epstein a fondare quella stagione dell’avanguardia francese che fu definita impressionista “per il modo in cui i cineasti si affidavano al ritmo veloce della mobilità della macchina da presa e alla fluidità visiva nel rendere emozionalmente le sensazioni liriche o drammatiche”, come scrisse il critico Edoardo Bruno. Gance gira La Dixième Symphonie (in programma lunedì 3 ottobre alle 21 al Teatro Verdi) nel 1917 durante la Grande Guerra ma il film uscì soltanto un anno dopo, a conflitto finito. Gance si affida al suo team preferito: il direttore della fotografia Leonel-Henri Burel e gli attori Severin Mars, Emma Lynne e Jean Toulout. La storia è puro melodramma: la protagonista, Eve Dinart, è vittima delle trame di un essere spregevole, Fred Ryce, che la ricatta, minacciando di distruggere la serenità famigliare che si era costruita sposando il celebre compositore Enric Damor. Questi, sconvolto dalle insinuazioni di Fred, si immerge totalmente nella composizione di quello che sarà il suo capolavoro, La Dixième Symphonie appunto. Come da tradizione romantica, l’arte è frutto del tormento e della sofferenza. Il personaggio del compositore allude evidentemente a Beethoven e a quella sinfonia che non riuscì mai a comporre e fa parte della galleria dei grandi personaggi di molto cinema di Gance, accentuando quella tendenza al titanico che spesso costituirà un impedimento alla realizzazione di tanti suoi progetti.
Molto opportunamente nella costruzione del palinsesto della giornata, accanto alla proiezione del film di Abel Gance, le Giornate collocano La Montagne Infidèle di Jean Epstein, alle 17 al Teatro Verdi. Si tratta di un corto del 1923 considerato perduto, ritrovato e restaurato dalla Filmoteca de Catalunya, che documenta un’eruzione dell’Etna. Il film inizia con una visione idilliaca del paesaggio siciliano e la serenità della natura, che però viene presto sconvolta dalla furia distruttrice della lava. A nulla servono le immagini dei santi protettori e la presenza delle guardie fasciste, garanti dell’ordine del nuovo regime appena salito al potere, che si vedono in un’inquadratura affacciate a un balcone.
Completano il programma, la prima parte dei film coloniali olandesi, alle 9.00 al Teatro Verdi, che illustrano il progresso che gli europei vogliono introdurre nei loro domini asiatici. Dalla collezione norvegese Hans Berge vengono presentati, lunedì 3 ottobre alle 11.00 e alle 21, i travelogue su Giappone e Marocco; e per l’omaggio ai 90 anni della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con i muti della prima edizione del 1932, si vedranno alle 14.00 il corto di Joris Ivens e Mannus Franken Regen (Pioggia, 1929), notevole per la qualità poetica della fotografia e per il montaggio; e il lungometraggio Po Horách, Po Dolách  (Per monti e per valli, 1930) dello slovacco Karel Plicka che documenta le forme classiche della cultura del suo paese prima che vengano cancellate per sempre.
Per la retrospettiva Norma Talmadge, da segnalare infine, alle 11, The Forbidden City (La città proibita, 1918) di Sidney A. Franklin, un regista che troviamo spesso a dirigere Norma e la sorella Constance, nel quale la Talmadge interpreta il doppio ruolo di una donna cinese e della figlia sino-americana, facendo affidamento più che sul trucco sulla postura e soprattutto sui costumi.

Prendono il via gli incontri quotidiani del Collegium aperti anche al pubblico. Lunedì 3 ottobre alle 13 si parlerà di Ruritania e dei favolistici reami dell’est Europa in cui i film di questa sezione sono ambientati.
E iniziano lunedì 3 ottobre anche le Masterclasses per l’accompagnamento dei film muti, tenute quotidianamente dai musicisti delle Giornate, che quest’anno raggiungono il traguardo della ventesima edizione.
Sempre lunedì, alle 16 al Ridotto del Teatro Verdi, in programma anche il primo degli Incontri con gli autori di FilmFair.

Il programma online, su MYmovies, propone alle 21 Profanazione (1924-1926) di Eugenio Perego.

Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.

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