LA CROIX ROUGE SUISSE ACCUEILLE DES RÉFUGIÉS FRANÇAIS EN GARE DE BÂLE

LA CROIX ROUGE SUISSE ACCUEILLE DES RÉFUGIÉS FRANÇAIS EN GARE DE BÂLE
? (CH/DE 1917)

Si stima che nel corso della Grande Guerra i profughi francesi, uomini e donne, siano stati due milioni; tra questi vi erano circa 500.000 civili residenti nei territori occupati dai tedeschi, che furono rimpatriati attraverso la Svizzera. Inoltre, 68.000 prigionieri di guerra feriti e malati di entrambe le parti in conflitto furono accolti dalla neutrale Svizzera per attendere la fine del conflitto in varie strutture. I prigionieri di guerra francesi avevano persino un loro settimanale, lo Journal des Internés Français, pubblicato con il sostegno dell’ambasciatore francese in Svizzera dal 1916 al 1918, completo anche di annunci pubblicitari come il seguente: “Internati francesi di passaggio a Ginevra, venite a pranzo al ristorante Dumont. Gestito da Mme Dumont in assenza del marito che combatte al fronte”.
Non sorprende che la Croce Rossa fosse seriamente impegnata nell’assistenza a questi uomini, vigilando sulle loro esigenze mediche e sulla corretta consegna di alimenti, lettere e pacchi; la stazione di Basilea aveva addirittura un’“infermeria” per i pacchi danneggiati. La posizione della città sul confine con l’Alsazia ne faceva un punto di passaggio nevralgico, che ospitava la commissione per gli ostaggi e i prigionieri civili (Commission des Otages et Prisonniers civils) e l’ufficio del comitato per il rimpatrio (Bureau du Comité des Rapatriés). Gli svizzeri accolsero molti rifugiati e prigionieri di guerra con sincera solidarietà, ma non tutti furono i benvenuti; lo storico Gérald Arlettaz ha ricostruito attentamente le difficoltà con cui dovettero scontrarsi i profughi che per le opinioni politiche o l’etnia erano considerati “problematici”, con la conseguenza di estesi disordini in tutto il paese.

Jay Weissberg

photog: ?.
prod: Alexander Gottfried Clavel-Respinger.
copia/copy: 35mm, 282 m., 17’37” (14 fps); did./titles: ENG (flash).
fonte/source: Établissement de Communication et de Production Audiovisuelle de la Défense (ECPAD), Paris.