[ANTOLOGIA FILMATI NEUROPATOLOGICI REALIZZATI DAL PROF. CAMILLO NEGRO CON ROBERTO OMEGNA]

[ANTOLOGIA FILMATI NEUROPATOLOGICI REALIZZATI DAL PROF. CAMILLO NEGRO CON ROBERTO OMEGNA]
Camillo Negro (IT 1906-1918)

Camillo Negro, professore di neurologia, con il suo assistente Giuseppe Roasenda e con Roberto Omegna, esperto operatore, filma tra il 1906 e il 1908 alcuni suoi pazienti nel Cottolengo e nel Policlinico di Torino. Durante la prima guerra mondiale prosegue nel suo progetto di cinematografia scientifica nell’Ospedale Militare di Torino, documentando gli effetti delle sindromi di guerra sui soldati tornati dal fronte.
Ispirato dalle esperienze del chirurgo francese Eugène Doyen e soprattutto del neurologo romeno Gheorghe Marinesco, Negro è tra i primi a utilizzare la tecnica cinematografica per la ricerca e la divulgazione scientifica raggiungendo risultati, anche estetici e spettacolari, sorprendenti. La qualità fotografica delle riprese, la complice presenza di Negro in scena ma anche il pudore con cui si mostrano i pazienti sono i tratti distintivi di queste immagini che registrano, con un impatto visivo molto forte, stadi avanzati delle differenti patologie.
Sulla stampa dell’epoca le descrizioni delle conferenze tenute da Negro riflettono una struttura antologica articolata in capitoli o episodi che si modifica più volte negli anni Dieci e Venti per volontà stessa del suo autore.
Il filmato è presentato in Italia e all’estero con grande successo nel mondo accademico ma non viene mai distribuito commercialmente; dalla morte di Negro avvenuta nel 1927 giace poi invisibile per decenni e viene ritenuto anche dai più attenti filmografi un breve documentario di pochi metri. Lo storico Alberto Farassino all’inizio degli anni Ottanta descrive i materiali in pellicola di La neuropatologia da lui visionati: un frammento conservato dall’Istituto Luce e inserito da Virgilio Tosi nel suo documentario su Omegna (la crisi dell’isterica bendata) e due rulli in nitrato non proiettabili conservati da Maria Adriana Prolo a Torino. Credendo questi “scarti” le uniche immagini sopravvissute del filmato Farassino scrive: “Anche in un frammento di film di pochi metri, anche in uno scarto di montaggio c’è della vita che è passata e si è registrata per sempre. E spesso bastano due fotogrammi per fare una storia.”
Un’analisi approfondita dei frammenti in seguito preservati e la scoperta di nuovi materiali in nitrato conservati dal Museo del Cinema hanno reso possibile la realizzazione di un’antologia (ca. 1.000 metri in 35mm) curata dal Museo in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, realizzata presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata nel 2011. A partire dall’analisi delle fonti si è lavorato a un’edizione con un nuovo ordine di montaggio che permettesse di presentare correttamente tutti i materiali tra loro eterogenei. Si sono rivelati fondamentali per le ricerche i documenti cartacei conservati in un “fondo privato Omegna”, le informazioni avute dallo storico Bujor T. Rîpeanu e il confronto con i filmati conservati dall’Arhiva Nationala de Filme di Bucarest.
La prima parte dell’antologia (29 min., bn) presenta gli episodi girati tra il 1906 e il 1908 sulla base del dettagliato resoconto della proiezione tenuta alla Salpêtrière di Parigi comparso il 12 marzo 1908 su Phono Cinéma Revue. Quest’ordine di montaggio risponde anche a una logica sia medica sia visiva, con una progressione dei “casi” dal particolare al generale. La parte centrale (3 min., bn) raccoglie le immagini che mostrano Negro circondato da un’équipe di medici e studenti. I materiali dedicati alle sindromi di guerra sono raccolti nella terza parte dell’antologia (16 min., bn e col.) con casi che documentano l’impatto devastante del conflitto anche sul contesto clinico neurologico. Una delle sequenza più significative e sconvolgenti tra le nuove aggiunte è quella che mostra un giovane rivivere lo shock della trincea in una stanza dell’Ospedale Militare.

Claudia Gianetto

Per la prima e la seconda  parte di quest’antologia (32 min. sui complessivi 48) si rinvia alla sezione “Riscoperte e restauri”.  Appartiene invece alla rassegna “Gli effetti della guerra” la terza parte.

photog: Roberto Omegna.
prod: Ambrosio.
copia/copy: 35mm, 987 m., 48′ (18 fps); b&w, col. (imbibito/tinted); did./titles: ITA, ENG.
fonte/source: Museo Nazionale del Cinema, Torino.
Restauro/
Restored: 2011, Museo Nazionale del Cinema, Torino, in collaborazione con/with the collaboration of Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino.